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I carabinieri in ospedale
Ipotesi omicidio colposo
per la morte di Marta

Il reparto di ostetricia del San Bassiano. ARCHIVIOUn’artistica fotografia di Marta Lazzarin, 34 anni, in piena gravidanza
Il reparto di ostetricia del San Bassiano. ARCHIVIOUn’artistica fotografia di Marta Lazzarin, 34 anni, in piena gravidanza
Il reparto di ostetricia del San Bassiano. ARCHIVIOUn’artistica fotografia di Marta Lazzarin, 34 anni, in piena gravidanza
Il reparto di ostetricia del San Bassiano. ARCHIVIOUn’artistica fotografia di Marta Lazzarin, 34 anni, in piena gravidanza

La Procura ha aperto un fascicolo per fare luce sulla morte di Marta Lazzarin, la responsabile delle relazioni esterne alla distilleria Nardini di Bassano morta in sala parto all’ospedale San Bassiano. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Le cartelle cliniche sono state sequestrate dai carabinieri già alle 12 di giovedì e il pubblico ministero Barbara De Munari, titolare dell’inchiesta, starebbe compilando la lista degli indagati.

Com’era prevedibile, la famiglia della donna morta alle 19 di martedì durante il parto, attraverso l’avvocato Francesca Ottoni ha presentato un esposto. L’autopsia, che si sarebbe dovuta effettuare giovedì solo sul corpo della madre, è stata bloccata e rinviata al 5 gennaio, quando l’esame verrà effettuato anche sul feto di sette mesi. L’obiettivo di famigliari e inquirenti è quello di fare chiarezza sulle cause delle due morti. Decessi ai quali si somma quella di un altro neonato, Kevin Brandalise, deceduto nello stesso reparto il giorno di Natale, pochi minuti dopo la nascita. Ma in questo caso non è stata avviata alcuna indagine giudiziaria.

La famiglia di Marta Lazzarin ha nominato un consulente di parte, il medico Enrico Pedoia, che presenzierà, insieme ai consulenti della Procura e a quello degli eventuali indagati, agli esami autoptici.

«Abbiamo depositato l’esposto in Procura a Vicenza la mattina del 31 dicembre – spiega l’avv. Ottoni - I miei assistiti vogliono conoscere la verità che ha portato alla morte di Marta e del suo bambino. Non abbiamo pregiudizi preconcetti nei confronti dei medici che si sono occupati del caso o della struttura sanitaria, ma è inaccettabile che certe tragedie possano accadere nel 2015. La famiglia Lazzarin e Christian Cappello, il compagno di vita e padre del bimbo, sono distrutti. Hanno il sacrosanto diritto di conoscere la verità».

La giovane mamma, residente a Bassano da qualche anno ma originaria di Giavera Del Montello, era alla 27esima settimana di una gestazione che non le aveva dato alcun problema, come confermato anche dalle ultime ecografie. Lo scorso martedì si è svegliata con la febbre oltre i 40 gradi e dolori addominali. Verso le 11 è stata accompagnata al pronto soccorso e subito trasferita nel reparto di ginecologia, dove è stata visitata da un’ostetrica che ha diagnosticato la rottura del sacco e la perdita quasi totale del liquido amniotico. Accertamenti più approfonditi hanno poi rivelato la morte del feto - quando è avvenuto dovrà stabilirlo l’autopsia -, anche perché Marta aveva dichiarato di aver sentito il bambino muoversi poco prima del ricovero in ospedale. I medici hanno quindi deciso di attendere l’inizio del travaglio che doveva portarla ad espellere il feto, mentre la donna è stata sottoposta a terapia antibiotica. Alle 15.30 c’è stato il trasferimento in sala travaglio. Sembrava andasse tutto bene, ma dopo alcune ore la giovane ha cominciato a stare male, ha avuto un arresto cardiorespiratorio ed è entrata in coma. Inutili i tentativi di rianimazione, che si sono protratti per un'ora e 20 minuti. Marta Lazzarin è morta alle 19.10. Per i medici la causa sarebbe un'embolia polmonare.

«Marta stava benissimo – specifica l’avv. Ottoni – Aveva passato le feste natalizie con la famiglia ed era attiva e allegra come sempre. Anche il bambino stava bene. Aveva fatto una visita ginecologica solo qualche giorno prima di morire, che aveva confermato il loro perfetto stato di salute».

Francesca Cavedagna

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