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Gli immobili del Comune
valgono 130 milioni
«Subito un inventario»

Roberto Marin, capogruppo di “Impegno per Bassano”
Roberto Marin, capogruppo di “Impegno per Bassano”
Roberto Marin, capogruppo di “Impegno per Bassano”
Roberto Marin, capogruppo di “Impegno per Bassano”

Un patrimonio immobiliare da conservare, da riqualificare, da gestire in modo più redditizio o da dismettere laddove necessario. Il vademecum del buon padre di famiglia si attaglia anche, e a maggior ragione, alla pubblica amministrazione quando il patrimonio è quello di un Comune. Partendo da un presupposto imprescindibile: quantificare i beni di proprietà pubblica. A chiedere che si proceda in tal senso è il capogruppo di “Impegno per Bassano” Roberto Marin.

«Uno dei costi maggiori di un’Amministrazione - esordisce - è proprio quello degli immobili. È un patrimonio che si degrada, ogni anno più fatiscente a causa dei costi di manutenzione. Allora dico: facciamo un inventario puntuale di questi beni e successivamente avviamo un ragionamento sulla gestione del patrimonio».

«Stiamo parlando di beni per circa 130 milioni di euro per quanto ne so (stima confermata dai dati forniti dall’assessore Vernillo, ndr) - prosegue Marin - Perché allora non affidare ad una start up giovanile un’analisi accurata dei beni. In tal senso avevo presentato un emendamento al bilancio per 20-30 mila euro. Una cifra modesta ma non se n’è fatto nulla. Fatto lo studio del patrimonio, poi, si potrebbe procedere con un’analisi delle strategie adottabili».

L’obiettivo è la conservazione dei beni ma anche, e forse soprattutto, il contenimento dei costi di gestione.

«Su un patrimonio di 130 milioni - precisa Marin -, la stima dei costi di manutenzione, calcolando le spese in lavori pubblici, ammonta al 5 per cento. Stiamo parlando di circa 6,5 milioni di euro l’anno. È evidente che si tratta di costi improponibili per il bilancio comunale».

Da ciò deriva la necessità di trovare delle soluzioni in tempi celeri.

«Alienazioni, permute, manutenzioni, nuove convenzioni con le associazioni che gestiscono gli immobili - prosegue il capogruppo di “Impegno” - Insomma troviamo il modo di razionalizzare una spesa che non possiamo permetterci, salvaguardando allo stesso tempo il nostro patrimonio. Capisco, il periodo non è dei migliori, il mercato immobiliare è bloccato e rischiamo di dismettere beni a prezzi stracciati ma almeno eliminiamo rami secchi e fonti di spesa».

Proprio in questi giorni si è parlato nuovamente dell’area dell’ex caserma Fincato, a San Vito, che per anni si è tentato di dismettere e che ora si avvia a un futuro diverso, ospitando la sede della Protezione civile e, in ipotesi, un nuovo ecocentro.

«Ecco - conclude Marin - Dopo l’analisi del patrimonio, riprenderei il discorso sul destino di quell’area presa complessivamente, parlandone con il quartiere».

Carlo Barbieri

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