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Fascia di rispetto:
stop all’edilizia
nell’area del Ponte

Linda Munari, assessore all’UrbanisticaLa Soprintendenza ai Beni architettonici del Veneto sta per mettere sotto tutela definitiva un’ampia zona nei pressi del Ponte e del Castello
Linda Munari, assessore all’UrbanisticaLa Soprintendenza ai Beni architettonici del Veneto sta per mettere sotto tutela definitiva un’ampia zona nei pressi del Ponte e del Castello
Linda Munari, assessore all’UrbanisticaLa Soprintendenza ai Beni architettonici del Veneto sta per mettere sotto tutela definitiva un’ampia zona nei pressi del Ponte e del Castello
Linda Munari, assessore all’UrbanisticaLa Soprintendenza ai Beni architettonici del Veneto sta per mettere sotto tutela definitiva un’ampia zona nei pressi del Ponte e del Castello

La Soprintendenza “blinda” lo skyline di Bassano. Lungo le rive del Brenta, tra l’istituto Scalabrini e il ponte Nuovo, e attorno a piazza Terraglio e al Castello è stata fissata dai responsabili regionali dei beni paesaggistici una fascia di rispetto nella quale non sarà più possibile modificare l’edificato. In sostanza la “cartolina” che si ammira dal ponte della Vittoria verso nord, adesso è un bene certificato e non sarà permesso intervenire se non per conservarla.

«Per ora si tratta di una proposta – spiega l’assessore all’urbanistica Linda Munari – ma l’iter è a buon punto ed entro i prossimi tre mesi la misura dovrebbe diventare operativa. L’area presa in considerazione era già sottoposta a vincoli, è chiaro però che la scelta della Soprintendenza è di particolare importanza». Importanza dovuta al fatto che ora un documento ufficiale riconosce un settore della città come un tutto omogeneo, meritevole di tutela nella sua interezza.

«Lo strumento che consente di proteggere le rive del fiume e il Castello – riprende l’assessore – deriva da una legge del 2004 che elenca una serie di tutele indirette per i luoghi di pregio. In sostanza considera intangibile anche il paesaggio a cornice dei monumenti e fissa dei paletti rispetto a interventi di modifica».

Vale a dire che il Ponte, il Castello o i palazzi sul lungofiume valgono tanto quanto sullo sfondo resta possibile ammirare il panorama fiume, cielo e monti che i bassanesi conoscono bene. Per l’assessore Munari è una manna dal cielo.

«La proposta della Soprintendenza è in linea con i nostri indirizzi e ci trova pronti a sostenerla – commenta -. Molto probabilmente nelle prossime settimane organizzeremo anche degli incontri per spiegare a tutti le novità introdotte».

Novità che, per cominciare, riaprono il capitolo del riconoscimento del Ponte come bene tutelato dall’Unesco.

«La procedura non è semplice – riprende Munari –, perché di solito sono premiate città o aree geografiche però l’integrità dei luoghi è un presupposto per qualunque certificazione. Diciamo che, su questo versante, partiremmo con il piede giusto. E se l’Unesco è un traguardo ancora troppo lontano, si può sempre pensare a Bassano come città europea della cultura, in tempi relativamente brevi». Abbinato al titolo di città dello sport al quale l’Amministrazione punta per il 2018, sarebbe un uno-due niente male in chiave turistica. L’assessore mette la proposta sul piatto, si tratta di capire se qualcuno vorrà raccoglierla. Nel frattempo, entro i confini della zona appena tutelata si prospettano lavori per nuove opere: il museo della fondazione Bonotto, nell’ex macello, e la centralina idroelettrica su via Pusterla.

«L’area di rispetto – precisa l’assessore – fa salvi i diritti acquisiti prima del vincolo. I lavori già autorizzati, quindi, non saranno toccati. La zona di rispetto vale per l’avvenire e come tale andrà considerata».

Questo da parte dell’Amministrazione. Attorno al Brenta e ai cantieri che si prospettano, ruotano anche associazione e comitati ambientalisti: per loro la certificazione di qualità della Soprintendenza è una carta troppo pesante per non provare a far saltare il banco.

Lorenzo Parolin

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