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Bassano

Dopo la pioggia
il gelo: «Non c'è
pace per il ponte»

Gli operai del comune al lavoro ieri mattina per tamponare i danni al Ponte degli Alpini
Gli operai del comune al lavoro ieri mattina per tamponare i danni al Ponte degli Alpini
Gli operai del comune al lavoro ieri mattina per tamponare i danni al Ponte degli Alpini
Gli operai del comune al lavoro ieri mattina per tamponare i danni al Ponte degli Alpini

BASSANO. Alla fine, chi azzecca il termine giusto per descrivere quanto accaduto sul ponte e in generale a Bassano nelle ultime ore è Annamaria Conte dei Cinque Stelle. «Kafkiana», così la consigliera comunale definisce la situazione del principale cantiere della città. Del resto, oramai sul caso Ponte degli Alpini è innegabile che si rasenti l’assurdo spesso e volentieri. Prima la pioggia entrata dalle fessure del soffitto, poi il gelicidio che ieri mattina ha trasformato la parte nord del monumento in una mini pista da ghiaccio, infine i tecnici dell’ufficio manutenzioni spediti in fretta e furia per dare una ripulita e rimediare al disastro d’immagine. È stata l’unica decisione che l’Amministrazione poteva prendere, visto che la ditta continua a rimanere imperturbabile. Anche ieri la Vardanega è stata sollecitata a intervenire, ma la risposta è rimasta la stessa. «Abbiamo chiesto all’azienda di provvedere al più presto alla sistemazione delle guaine - afferma l’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo -. Ci ha riferito che l’intervento sarà compiuto la prossima settimana». Intanto però le opposizioni aprono il fuoco. Ci va giù dura Tamara Bizzotto, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale: «Sia la ditta che l’Amministrazione si stanno comportando in modo inqualificabile - attacca -. C’è un continuo rimbalzo di responsabilità, mentre le condizioni in cui si trova il ponte sono sotto gli occhi di tutti. Ora la Vardanega dice che non è intervenuta subito perché non voleva chiudere il ponte al transito pedonale, ma non credo che sarebbe stata una catastrofe chiuderlo per qualche giorno. Dal punto di vista politico, siamo alle prese con una gestione devastante». Per Roberto Marin, capogruppo di Impegno per Bassano, è surreale che il ponte sia stato lasciato scoperto proprio in autunno. «Dal momento in cui avevano rimosso i coppi dovevano pensare subito all’eventualità della pioggia - commenta -. La sistemazione della guaina poi doveva essere effettuata immediatamente, non aspettando settimane. In questa vicenda ci sono precise ed evidenti responsabilità politiche. Ora non servono a niente le minacce di scioglimento del contratto e nemmeno le lettere e le telefonate alla ditta. Bisogna convocare immediatamente la Vardanega e chiederle conto di cosa stia succedendo». Una posizione condivisa da Mariano Scotton di Forza Italia: «Sarebbe stato opportuno procedere con lavori di estrema urgenza subito dopo i danni alla guaina protettiva». E dallo stesso partito arriva l’affondo dell’assessore regionale Elena Donazzan: «Il responsabile, tecnico o politico che sia, deve pagare - tuona -. Quanto accaduto è un danno materiale e d’immagine senza precedenti per la città. È il peggior regalo di Natale di questa Amministrazione, che rischia di passare alla storia per non essere stata in grado di far fare dei lavori di ristrutturazione di un ponte di legno». A difesa del Comune arriva la presa di posizione del Partito Democratico di Bassano. Il segretario Luigi Tasca mette nel mirino l’impresa: «Con i finanziamenti assicurati e il progetto approvato - chiude - è chiaro che le responsabilità di questa incresciosa situazione sono tutte della Vardanega».

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