<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Disabile aggredita nel sottopasso Indagato l’autore

Il sottopasso della stazione ferroviaria
Il sottopasso della stazione ferroviaria
Il sottopasso della stazione ferroviaria
Il sottopasso della stazione ferroviaria

Due settimane dopo l’aggressione nel sottopasso della stazione ferroviaria la sera di Natale, la polizia di Bassano ha identificato e denunciato l’autore delle botte subite dalla coppia di bassanesi. Sotto inchiesta è così finito un ghanese di 35 anni, che ora dovrà rispondere di minacce e lesioni. Le indagini hanno permesso di ricostruire meglio le notizie frammentarie della prima ora, mettendo in luce che l’immigrato sarebbe stato indotto a reagire dopo che la coppia bassanese si sarebbe intromessa in una discussione familiare molto concitata, ma senza le caratteristiche del sopruso. Insomma, ci sarebbe stato un fraintendimento da parte dei due bassanesi, che avrebbero equivocato dal tono di voce del confronto. Le denunce di Marina Gidoni, 57 anni, portatrice di una disabilità motoria, e del compagno Paolo, presentate al commissariato nelle ore successive all’episodio, raccontavano di come i due avessero tentato di difendere una donna dalla violenta aggressione del compagno: «Ho solo tentato di proteggere una giovane in difficoltà - raccontò Gidoni - pesantemente aggredita mentre aveva in braccio il suo piccolo di pochi mesi. In risposta io e il mio compagno siamo stati inseguiti, picchiati e minacciati da quell’uomo di colore. Le ferite riportate ci hanno costretto ad andare al Pronto soccorso». La donna aveva rincarato la dose: «Non è accettabile che in una città come Bassano il livello della sicurezza sia ridotto in questo modo; non è accettabile essere pestati a sangue da degli extracomunitari solo perché si cerca di ristabilire un livello di civiltà decente. E chi se ne frega se la loro cultura considera più che normale maltrattare le donne: qui è un reato e io mi rifiuto di far finta di niente». Gli accertamenti degli agenti del vicequestore Elena Peruffo, che includono anche i video delle telecamere di sorveglianza del sottopasso ferroviario, raccontano una sequenza dei fatti diversa. Secondo le indagini, la bassanese avrebbe iniziato a inveire contro il ghanese che stava animatamente discutendo in inglese con la compagna, mentre aveva la figlioletta in braccio. La Gidoni si sarebbe spaventata per il tono della conversazione e avrebbe temuto per l’incolumità della giovane e della bimba. L’uomo, irritato dall’intrusione, si sarebbe rivolto contro la Gidoni, che si sarebbe messa a correre verso le scale, inciampando. La donna, comunque, sarebbe stata colpita da un calcio dell’extracomunitario. Quest’ultimo poi è tornato dalla compagna, a cui aveva affidato la figlioletta, avrebbe preso la carrozzina della piccola e insieme si sarebbero diretti verso le scale, passando a fianco alla bassanese, ancora seduta a terra. Solo dopo avrebbero incontrato il compagno, che li avrebbe affrontati gridando, ricevendo in risposta un pugno al volto. Di fatto l’aggressione c’è stata, ma secondo la polizia gli stranieri discutevano per l’inatteso arrivo di un parente da ospitare per le vacanze. Quel litigio in inglese, amplificato dal rimbombo del sottopasso, sarebbe stato equivocato dai bassanesi, che a loro volta si sarebbero lasciati andare a intemperanze verbali sopra le righe. •

Francesca Cavedagna

Suggerimenti