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Crepe sul ponte L’Anas rattoppa Sindaci infuriati

Uno dei rattoppi sulle fessurazioni del ponte. CECCON
Uno dei rattoppi sulle fessurazioni del ponte. CECCON
Uno dei rattoppi sulle fessurazioni del ponte. CECCON
Uno dei rattoppi sulle fessurazioni del ponte. CECCON

Ponte della Valbrenta con inquietanti fessurazioni che fanno intravedere il fiume sottostante. Nel pieno dell’allarme, e in attesa dei rilievi strutturali, che si spera possano scongiurare il pericolo di crolli, scatta “l’operazione tappa buche”, che fa infuriare i residenti e lascia allibiti i sindaci: «Non è che buttando un po’ di asfalto si risolve il problema, al massimo si nasconde. Attendiamo verifiche approfondite sulla stabilità del manufatto». Nelle prime ore di ieri mattina due furgoni dell’Anas sono arrivati sul ponte che collega le frazioni di San Marino, in Comune di San Nazario, a quella di Costa, nel territorio di Valstagna. All’inizio tutti hanno pensato che l’intervento servisse a testare la tenuta del manufatto, dopo la notizia apparsa ieri su queste pagine, circa il possibile pericolo di cedimenti, innescati da crepe profonde che attraversano l’intera struttura in diversi punti. Invece, no: gli operai hanno solo tappato le profonde buche del cemento, con dello stabilizzato secco, evidentemente per tamponare il problema in attesa dei rilievi tecnici ufficiali, che i sindaci chiederanno domani mattina alla dirigenza dell’agenzia di servizi. «Domani chiederemo con estrema urgenza l’intervento dei tecnici - spiegano Carlo Perli ed Ermando Bombieri, primi cittadini dei Comuni interessati -, su quel ponte ci passano camion e pure gli autobus degli studenti della Valle, dobbiamo avere certezza circa la sua stabilità. Se quelle crepe sono state create apposta per consentire il movimento del manufatto durante gli sbalzi termici, non si capisce che senso abbia riempirle con dello stabilizzato. Abbiamo tante domande, a cui vogliamo siano date risposte certe nel minore tempo possibile». Il problema del ponte che collega la statale 47 con la destra Brenta, segnalato anche dal consigliere di maggioranza Claudio Moro riaccende, inevitabilmente, l’annoso problema della viabilità in Valbrenta, con le necessarie, quanto urgenti soluzioni richieste anche dall’Unione montana, che in linea di massima ha appoggiato l’idea di progetto realizzata da Confindustria nel 2017, che include proprio un nuovo ponte sul Brenta, necessario ad agevolare i trasporti commerciali in Valbrenta. «È chiaro che la questione della sicurezza viene prima di tutto, e per il ponte di Costa restiamo nella mani dell’Anas, che speriamo possa darci a breve risposte rassicuranti circa la sua stabilità - commenta il presidente dell’Unione, Luca Ferazzoli -, indipendentemente da tutto, però, questo allarme mette l’accento sul problema della precaria rete stradale della Valle. Il ponte che collega San Marino alla destra Brenta è l’unico utilizzabile anche dai mezzi pesanti, in quanto quelli di Valstagna sono completamente inadatti e Campolongo è troppo distante. Se dovesse avere problemi strutturali la viabilità commerciale si bloccherebbe, con danni economici importanti. Serve una soluzione che potenzi la rete stradale, anche se non definitiva o capace di accontentare tutti, dobbiamo renderci conto che va trovata ed attuata in fretta». •

Francesca Cavedagna

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