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L'intervista a Renzo Rosso

«Così Bassano
può tornare
piena di vita»

L'intervista a Renzo Rosso
Il patron della Diesel, Renzo Rosso
Il patron della Diesel, Renzo Rosso
Il patron della Diesel, Renzo Rosso
Il patron della Diesel, Renzo Rosso

BASSANO. Vita e bellezza. Sono le due parole che ricorrono maggiormente nelle frasi di Renzo Rosso. Fatelo parlare di Bassano e le ripeterà con passione più e più volte. Senza paura di provocare.

 

Dove passerà il Natale?

Qui a Bassano, con la famiglia.

 

Niente vacanze esotiche?

A fine anno stacco e vado alle Maldive. Ma la festa la passo nella mia città. Avete visto che bella la casetta di Babbo Natale che Fondazione Otb ha realizzato in piazza insieme a Confcommercio?

 

Non è l'unico vostro intervento.

Abbiamo portato il wi-fi in centro con una densità di impianti che neanche a New York. Abbiamo donato un macchinario per la chirurgia della prostata all'ospedale , che sta diventando un polo di eccellenza in questo campo. Delle altre iniziative sono lieto che parli Arianna, la mia compagna: è lei a dirigere la Fondazione.

 

Il legame con Bassano è fortissimo, dunque.

E' amore puro. E riconoscenza per tutta la gente che lavora nel mio gruppo. E' giusto che gli imprenditori che ricevono tanto da queste persone restituiscano alla comunità. Soprattutto perché le istituzioni hanno le mani legate.

 

Vecchio problema che fa venire l'orticaria ai capitani d'industria.

Infatti. Le strutture pubbliche sono schiave della burocrazia e i tempi si allungano. Nell'impresa, invece, decidono i singoli e le cose si riescono a fare. Un classico esempio è il Ponte.

 

Sta seguendo la diatriba sul restauro?

Ci voleva una soluzione drastica: smontarlo tutto, sistemarlo pezzo per pezzo, rimontarlo. Si sarebbe fatto prima. Ma intervengono sempre troppi fattori, tutti vogliono dire la loro. Comunque sia, l'amministrazione non ha brillato per decisionismo. E' il solito male italiano: per troppa democrazia tutto si blocca.

 

In che senso?

Nel senso che chiunque si sente legittimato a intervenire e chi dovrebbe decidere ha paura di scontentare. Mi è ancora indigesta l'ingloriosa fine del progetto Chipperfield.

 

Quello per piazza di Brenta?

Quello. Insieme a Bonotto lavoriamo per regalare grandi idee alla città. Chiamiamo cinque archistar, tre accettano, Chipperfield firma qualcosa di bellissimo.  Tiriamo fuori i soldi, facciamo una mostra, lo presentiamo al Comune, ai commercianti, al pubblico, spieghiamo la bellezza del reticolo di stradine da Ponte Vecchio a Ponte Nuovo, un'area dove far fiorire la vita. Ma cominciano le obiezioni dei gruppuscoli, dei pescatori, con tutto il rispetto, perfino dell'"associazione anitre selvagge". E' finita nel nulla, anzi peggio.

 

Peggio perché?

Perché non ho mai ricevuto una risposta dalla città. E poi Chipperfield non mi saluta più. Chi ne ha beneficiato? Venezia: ho spostato l'impegno sul restauro del ponte di Rialto, e l'ho portato a termine in anticipo e con meno spesa rispetto alle previsioni. Questo è voler fare.

 

Però ha altri progetti per Bassano. Per esempio lo stadio.

Che è un problema serio. Bisogna rendersi conto che dal 2019 non si potrà più giocare in impianti con piste intorno. Ha senso che lo stadio resti in centro perché la città viene innervata da quella vita che la partita di calcio porta. Si riempie lo stadio? Si riempie la città, è automatico. Invece anche qui ci sono i nostalgici che protestano e il Comune che non prende posizione per tenersi in equilibrio.Vogliamo parlarne in un incontro? Bene, ma che sia un incontro tra gente che ha davvero a cuore le fortune di Bassano.

 

Per la squadra è un momento delicato. Teme pubblicità negativa?

Il nostro è un impegno sociale, non di marketing. Dal punto di vista del brand non avrebbe senso tenere una squadra a questo livello. Ma da 21 anni siamo orgogliosi del nostro settore giovanile, della società che si è riorganizzata in modo professionale, della squadra che lotta sempre (e a cui, ricordo, pochi anni fa hanno rubato la serie B) e soprattutto del fatto che togliamo dalla strada o dal circolo vizioso computer-tv decine e decine di ragazzi.

 

Se pensa al Brolo Bonaguro si arrabbia di nuovo?

Il Brolo è un altro progetto inspiegabilmente fermo. Ci sono problemi un po' di bandi e un po' di schieramenti contrari, i soliti. Dialoghiamo con il Comune e la Sovrintendenza da due anni, il mio architetto ha rifatto i disegni almeno cinque volte. Bisogna dare vita a quel parco, adesso ci passano dieci persone al giorno se va bene. E ci passano solo. Noi pensiamo a collinette, gazebo, un piccolo anfiteatro per gli spettacoli dei giovani e gli skaters, impianti sportivi, percorsi ginnici, luoghi per le mamme: un'oasi in pieno centro dove succede qualcosa tutto il giorno. Questa è la vita da ridare a Bassano.

 

Che futuro immagina?

Questa città può andare dove va il mondo, e lo dice uno che il mondo lo gira e lo conosce. Deve fare leva sulla sua bellezza e diventare la città del divertimento, della vita, dei giovani. Innovazioni, bar, ristoranti, punti di ritrovo. Attiriamo l'arte, le startup, le piccole attività di qualità. Non fossilizziamoci sul centro-bomboniera per gli acquisti: è troppo piccolo per fare grandi affari con il retail. La questione, come immaginerete, l'ho studiata in lungo e in largo. E ho tanti amici importanti in giro per il mondo che non aspettano altro che fare pubblicità a Bassano.

 

Mai pensato di fare il sindaco?

Ho avuto offerte praticamente per tutti i ruoli politici più importanti del nostro Paese, ma non mi ci vedo di certo.

 

Ci sveli qualcuno degli ospiti che vengono a trovarla nella sua villa ad Angarano.

Gli ultimi sono stati il rapper Kanye West, Andrea Bocelli, Jovanotti e Fabio Volo e Antonio Albanese quando hanno presentato i libri.

 

Che augurio di Natale vorrebbe rivolgere ai bassanesi?

Durante le festività pensate all'anima e fate qualcosa di positivo. Impegnatevi dal punto di vista sociale, costa davvero poco. Non è sempre questione di soldi: possono bastare un'idea, un pensiero, un gesto. Vedrete che vivrete meglio di sicuro. E soprattutto tornate a innamorarvi di questa bella città.

Alessandro Comin

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