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Corto circuito mortale Alessandro ha cercato di spegnere l’incendio

Alessandro Artidoro RomaninCarabinieri e vigili del fuoco sono tornati sul posto per i rilieviIl complesso intervento con l’autoscala per spegnere l’incendio e salvare gli inquilini FOTOSERVIZIO  CECCON
Alessandro Artidoro RomaninCarabinieri e vigili del fuoco sono tornati sul posto per i rilieviIl complesso intervento con l’autoscala per spegnere l’incendio e salvare gli inquilini FOTOSERVIZIO CECCON
Alessandro Artidoro RomaninCarabinieri e vigili del fuoco sono tornati sul posto per i rilieviIl complesso intervento con l’autoscala per spegnere l’incendio e salvare gli inquilini FOTOSERVIZIO  CECCON
Alessandro Artidoro RomaninCarabinieri e vigili del fuoco sono tornati sul posto per i rilieviIl complesso intervento con l’autoscala per spegnere l’incendio e salvare gli inquilini FOTOSERVIZIO CECCON

Francesca Cavedagna L’incendio divampato nell’appartamento di Largo Parolini, nel quale ha perso la vita Alessandro Artidoro Romanin, è partito dal cortocircuito di una “ciabatta”, una multipresa elettrica alla quale pare fossero state attaccate troppe prese di corrente. Un insieme di fatalità. Le indagini, effettuate nella mattinata di ieri dai carabinieri e dai vigili del fuoco di Bassano, hanno confermato l’accidentalità del rogo, escludendo qualsiasi altro retroscena. Sembra che Romanin abbia fatto di tutto per domare le fiamme, gridando al padre Ferdinando che era con lui di mettersi in salvo sul balcone. Mentre la madre Maria si sporgeva dalla finestra della camera da letto dove stava riposando per respirare il meno possibile il denso fumo nero che ha invaso l’intera abitazione distribuita su due piani, affacciati sulla stazione ferroviaria. Martedì pomeriggio Alessandro, 62 anni, mentre era in salotto a guardare la tv insieme al padre, ha sentito strani crepitii provenire dallo studio. Si è alzato per andare a controllare e appena è entrato si è trovato davanti alle fiamme che avevano già invaso buona parte della libreria, ricolma di testi, carte e documenti. Romanin ha urlato al padre di uscire, poi ha tentato di limitare l’incendio. La stanza era invasa dal fumo, nero e densissimo, che il bassanese avrebbe respirato in abbondanza. Poi, evidentemente, ha capito che da solo non sarebbe riuscito a limitare i danni, ma ha fatto appena in tempo a raggiungere il corridoio: lì ha perso i sensi, senza riprendersi più. I vigili del fuoco di Bassano, insieme ai carabinieri del capitano Adriano Fabio Castellari, sono arrivati pochi minuti dopo, allertati da alcuni residenti e dai gestori del parcheggio della stazione ferroviaria, primi testimoni della tragedia. Dopo aver sfondato la porta, i pompieri sono riusciti a portare in salvo l’anziano padre e subito dopo la madre, che è stata soccorsa attraverso l’utilizzo dell’autoscala. Entrambi sono stati visitati dai sanitari del 118, che hanno disposto l’immediato trasferimento al centro di Torri di Quartesolo, dove sono stati sottoposti a un lungo trattamento in camera iperbarica per scongiurare i danni creati da una possibile intossicazione. I medici del San Bassiano, hanno fatto l’impossibile anche per salvare la vita di Alessandro Romanin, tentando di rianimarlo per oltre mezz’ora. Tutti i tentativi sono stati vani. Anche se le cause della morte sembrano riconducibili al soffocamento da fumo, non è escluso che il pm Hans Roderick Blattner, titolare dell’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica Vicenza, decida di disporre l’autopsia sul corpo dello sfortunato bassanese, ora conservato all’obitorio dell’ospedale cittadino. I genitori, dopo i trattamenti nel centro vicentino, sono stati riportati a Bassano, dove resteranno in osservazione ancora oggi. •

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