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Complimenti spinti
Brocchi, è bufera
su un professore

Studenti del liceo Brocchi in una foto d’archivioIl preside Gianni Zen
Studenti del liceo Brocchi in una foto d’archivioIl preside Gianni Zen
Studenti del liceo Brocchi in una foto d’archivioIl preside Gianni Zen
Studenti del liceo Brocchi in una foto d’archivioIl preside Gianni Zen

I “complimenti” ad alcuni particolari anatomici delle studentesse scatenano la bufera su un insegnante del liceo Brocchi. Si prospetta la sospensione dal servizio, con il rischio di un procedimento penale se la Procura ravviserà estremi di reato. Ma secondo alcune fonti la sospensione sarebbe già scattata. Il docente, in forza al liceo da alcuni anni, insegna una disciplina tecnica. Avrebbe l’abitudine di evidenziare l’avvenenza delle sue studentesse con apprezzamenti via via più piccanti. “Che bel viso che hai”, per cominciare. Poi giù, seguendo la silhouette e rimarcando con particolare attenzione i caratteri che segnalano l’appartenenza al genere femminile. Le affermazioni del professore non sono sfuggite alle famiglie che hanno segnalato il caso al preside, Gianni Zen. Preside che ha contestato per lettera gli addebiti al docente, che ora dovrà replicare per iscritto.

Per ora la risposta, in effetti, è arrivata, ma in classe, durante le ore di lezione e ad alta voce. A quanto hanno riferito alcuni testimoni, il prof cui è stato contestato il comportamento incriminato avrebbe letto in classe le accuse a suo carico. A seguire, la declamazione degli apprezzamenti, riportati tra virgolette, dai quali è dipesa la contestazione scritta. A chiusura di ogni “reading” la frase di rito rivolta agli alunni minorenni: “Ditemi se può mai essere vero, vi sentite infastiditi?“.

Per molti genitori si è trattato di una provocazione. Di più: di una recidiva, dopo che i vertici della scuola avevano scelto una linea relativamente morbida. Da qui, telefonate di fuoco, promesse di esposti alla magistratura, richieste di allontanamento del professore: un gruppo di genitori ha sottolineato anche queste ulteriori libertà prese dal professore. A scuola, ieri, circolava la voce che l’insegnante fosse già stato sospeso: due giorni a casa, senza lavoro e senza la relativa quota di stipendio, per meditare sulla giusta distanza da tenere con gli allievi. Fonti vicine ai vertici dell’istituto, però, non confermano il provvedimento disciplinare. Dopo l’ultima bravata del docente, il “processo” sarebbe solo stato avviato e per l’eventuale sanzione bisognerà attendere ancora qualche giorno.

Sanzione che può andare dal semplice richiamo scritto a dieci giorni di sospensione. Oltre i dieci giorni, entrerebbe in campo l’ufficio scolastico regionale. Questo in relazione agli aspetti disciplinari. Se la notizia arrivasse alla magistratura, e questa ravvisasse gli estremi dell’ingiuria o dello stalking, a carico dell’insegnante potrebbe essere aperto un fascicolo. La questione diventerebbe penale e il percorso dell’insegnante per rendere ragione del proprio comportamento sarebbe decisamente più complicato.

Lorenzo Parolin

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