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Bassano del Grappa

Commercialista
si spara
nel suo studio

Gianpietro Procopi sotto il suo studio in via Roma in un'immagine d'archivio. FOTO CECCON
Gianpietro Procopi sotto il suo studio in via Roma in un'immagine d'archivio. FOTO CECCON
Gianpietro Procopi sotto il suo studio in via Roma in un'immagine d'archivio. FOTO CECCON
Gianpietro Procopi sotto il suo studio in via Roma in un'immagine d'archivio. FOTO CECCON

BASSANO. Dramma ieri sera in via Roma a Bassano. Gianpietro Procopi, 75 anni, noto commercialista bassanese, si è suicidato con un colpo di pistola alla tempia all'interno del suo storico studio, in centro, chiuso da qualche anno ma che continuava ad utilizzare per svolgere parte della sua attività professionale. Massimo riserbo sulle motivazioni del gesto da parte delle forze dell’ordine.

 

Il professionista era nel consiglio d’amministrazione, come consigliere indipendente, di Banca Nuova, partecipata della Banca Popolare di Vicenza, che aveva acquisito il 100% delle quote durante la presidenza Zonin. 

 

La palazzina dove è avvenuta la tragedia è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, che stanno svolgendo le indagini. Sembra che il commercialista abbia lasciato una lettera nella quale spiega il motivo del suo gesto, ma la notizia non è stata confermata. Gli investigatori stanno cercando di capire se questo possa o meno essere collegato alle recenti vicende della Popolare di Vicenza. Nella sua carriera professionale l’uomo aveva ricoperto incarichi nei consigli d’amministrazione di alcune società pubbliche locali, come la Brenta Servizi e il Consorzio di Bonifica.

 

L'uomo era arrivato nel suo studio personale in centro città nel pomeriggio; in mattinata invece si era recato allo studio Fracca Poloniato, in viale Venezia, dove da qualche anno aveva il suo ufficio. A fare la tragica scoperta, intorno alle 19.40, è stata la moglie che, non ricevendo risposte alle telefonate, allarmata aveva raggiunto lo studio di via Roma. Procopi lascia due figli, Elisa (anche lei commercialista) e Nicola (attualmente in Brasile) avuti dalla prima moglie, stroncata da una male incurabile.

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