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Bassano

Cimice asiatica
“Parolini” alle armi
contro l'insetto

All’istituto  Parolini si cerca di contrastare la cimice asiatica
All’istituto Parolini si cerca di contrastare la cimice asiatica
All’istituto  Parolini si cerca di contrastare la cimice asiatica
All’istituto Parolini si cerca di contrastare la cimice asiatica

BASSANO. All’istituto agrario Parolini test sperimentali di lotta contro la cimice asiatica. Gli studenti stanno mettendo in campo una serie di test effettuati in collaborazione con l’Università di Padova: l’obiettivo è quello di debellare l’insetto che continua a danneggiare pesantemente le piante di ulivo, minacciando anche il prezioso olio della conca povese. Il problema si è presentato per la prima volta nel 2015 quando, durante i monitoraggi fitopatologici di routine, condotti dagli allievi in alternanza scuola lavoro nell’azienda agraria didattico-sperimentale dell’istituto, è stata osservata la presenza di un esemplare di Halyomorpha halys, la temibile cimice asiatica arrivata in Italia nel 2012, già causa di gravi danni in numerosi frutteti dell’Emilia Romagna, la cui presenza non era ancora stata riscontrata in Provincia di Vicenza. La dirigenza scolastica prese contatti sia con il servizio fitosanitario della Regione Veneto che con la Facoltà di Agraria dell’Università di Padova, per segnalare il problema e tentare quantomeno di contenerlo. Purtroppo durante l’estate del 2016 si è osservato un incremento vertiginoso delle popolazioni di questo insetto che, oltre a melo, pero, vite e drupacee, ha iniziato ad attaccare gli olivi presenti proprio nella zona di Pove. L’assenza di informazioni nella bibliografia del settore e la mancanza di prodotti fitosanitari autorizzati contro questo insetto alieno ha determinato la necessità di sperimentare e individuare valide strategie di lotta sostenibile. I primi test, condotti nel mese di settembre dello scorso anno, hanno interessato due prodotti già autorizzati contro alcuni insetti nocivi, il dimetoato e l’azadiractina, il primo impiegato abbondantemente nella lotta integrata alla mosca dell’olivo, il secondo ammesso in agricoltura biologica. Quest’anno le sperimentazioni stanno proseguendo con altri quattro principi attivi, tre dei quali autorizzati nell’olivicoltura biologica. Tutte le attività, tra cui la raccolta e l’elaborazione dei dati, sono state condotte da alcuni allievi di classe quinta tecnico, indirizzo produzioni e trasformazioni. Al lavoro ci sono Samuele Baron, Marco Gheno, Luca Todesco, e Daniele Cerantola, seguiti dal prof. Jacopo Zannoni e affiancati dalla Dott.ssa Paola Tirello e dal Dott. Alberto Rossa del team del Dott. Alberto Pozzebon dell’università di Padova.

«Oltre al valore scientifico delle informazioni che stiamo cercando nella speranza di debellare il problema - spiega Zannoni -,va sottolineata l’importanza della didattica sperimentale in un istituto come il nostro e l’affiancamento ai nostri allievi di persone che appartengono al mondo dell’università e della ricerca agraria. I risultati delle prove saranno illustrati in primavera durante il convegno organizzato dall’istituto agrario all’interno della fiera dell’Olivo di Pove.

Francesca Cavedagna

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