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Categorie economiche L’affondo senza appello «Immobilismo politico»

I vertici delle categorie economiche ieri alla presentazione del tavolo di coordinamento. SARETTAIl cantiere della  Pedemontana
I vertici delle categorie economiche ieri alla presentazione del tavolo di coordinamento. SARETTAIl cantiere della Pedemontana
I vertici delle categorie economiche ieri alla presentazione del tavolo di coordinamento. SARETTAIl cantiere della  Pedemontana
I vertici delle categorie economiche ieri alla presentazione del tavolo di coordinamento. SARETTAIl cantiere della Pedemontana

«Da potenziale Provincia a città di campagna. Ecco cosa sta diventando il Bassanese».

Parte da qui il duro attacco lanciato dai rappresentanti delle categorie economiche al mondo politico locale. L’occasione è venuta dalla presentazione del tavolo di coordinamento fra le categorie per la pianificazione di azioni comuni sui principali problemi di ordine economico-sociale che affliggono il territorio. E l’attacco sferrato ieri dalle categorie economiche pone l’accento su più questioni aperte, prime fra tutte quelle di una viabilità definita “preistorica” e di un turismo dalle enormi potenzialità ma che fatica ancora ad ingranare.Ieri, nella sede di Confartigianato di viale Pio X, Sandro Venzo (artigiani), Diego Caron (Confindustria), William Beozzo (Apindustria), Paolo Lunardi (Confcommercio), Valerio Bonato (Coldiretti) e Flavio Convento (Confesercenti) hanno puntato il dito contro l’immobilismo del Bassanese con suggerimenti e proposte per uscire da questa situazione d’impasse.

Nota dolente, in primis, la viabilità. Tre i nodi principali che restano da sciogliere. A partire dalla Superstrada Pedemontana Veneta.

«Speriamo che si riescano a coprire tutti i debiti che gravano sulla costruzione di quest’opera - si augura il presidente degli Artigiani Venzo - perché abbiamo imprese che non sono ancora state pagate per le prestazioni svolte. L’importante ora è che i lavori non si fermino».

Una volta completata la Spv, però, non si potrà certamente cantare vittoria. A detta dei rappresentanti delle categorie, infatti, tutto il sistema viabilistico del Bassanese andrà rivisto, perché un’opera del genere modificherà sostanzialmente i flussi di traffico, che già oggi sono notevoli.

Basti pensare che a sud di Bassano c’è l’incresciosa situazione del semaforo di Rosà, che quotidianamente viene attraversato da 30 mila veicoli, mezzi pesanti compresi.

Da tempo si preannuncia come soluzione a questo problema la costruzione della bretella ovest, l’arteria di collegamento tra Bassano e il Padovano.

Le divisioni tra le Amministrazioni locali, però, hanno fatto sì che il progetto sia rimasto nel cassetto. Confindustria si è quindi attivata e ha presentato una modifica al piano dell’opera.

Il problema di fondo,, è che l’infrastruttura andrebbe ad impattare sul Parco delle Rogge, e la cosa non va giù all’Amministrazione bassanese.

Ora il nuovo progetto studiato dagli Industriali permetterebbe di salvaguardare il parco, per cui si attende che la Giunta Poletto si esponga.

Resterà poi da convincere il sindaco di Tezze, Valerio Lago, da sempre ostile al progetto, in barba alla posizione favorevole dell’Amministrazione “amica” e leghista di Rosà. L’altro nodo viario è a nor: il semaforo di Carpanè.

Anche qui gli Industriali si sono assunti l’onere di presentare un progetto per eliminare l’incrocio e creare un nuovo passaggio tra sinistra e destra Brenta. Si sta valutando se procedere con un cavalcavia o con un sottopassaggio.

«È una cosa vergognosa, però, che queste questioni debbano essere affrontate dalle associazioni anziché dalla politica - tuona il presidente di Confindustria Diego Caron -. Chi governa ha il compito di assumersi la responsabilità delle scelte».

Un pensiero, quest’ultimo, condiviso in toto dagli altri rappresentanti delle categorie. Un attacco, il loro, a 360 gradi nei confronti della politica locale e non solo.

«Anche i nostri parlamentari dovrebbero impegnarsi al fine di presentare le istanze del territorio nelle sedi più opportune - afferma il presidente di Apindustria William Beozzo -. I sindaci hanno potere decisionale limitato. Abbiamo bisogno di farci sentire fino ai vertici dell’apparato statale».

Enrico Saretta

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