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Cai, sempre più in alto da 125 anni

Foto di gruppo per una delle più recenti escursioni autunnali del Cai bassanesePionieri dell’allora  “Club alpino bassanese” sul Grappa
Foto di gruppo per una delle più recenti escursioni autunnali del Cai bassanesePionieri dell’allora “Club alpino bassanese” sul Grappa
Foto di gruppo per una delle più recenti escursioni autunnali del Cai bassanesePionieri dell’allora  “Club alpino bassanese” sul Grappa
Foto di gruppo per una delle più recenti escursioni autunnali del Cai bassanesePionieri dell’allora “Club alpino bassanese” sul Grappa

Compleanno speciale, per la sezione cittadina del Club alpino italiano: domenica si festeggia un anniversario importante e per il 2018 è già in calendario un’iniziativa nazionale. Il Cai bassanese domenica 12 compie 125 anni e li celebrerà con un pranzo sociale al ristorante “Alla Corte” di S. Eusebio.

Tempo di alzare i calici e, a conclusione dei festeggiamenti, lo sguardo sarà già rivolto al prossimo settembre, quando la Settimana nazionale dell’escursionismo fisserà il proprio campo base nel Vicentino. «La nostra sezione – precisa il presidente Franco Faccio – si occuperà delle attività senior, rivolte ai camminatori con qualche anno in più all’anagrafe, ma con la stessa vitalità e passione dei giovani».

E vitale è anche Cai giallorosso, che conta tra i propri tesserati un presidente nazionale emerito, Umberto Martini, e con oltre 1600 soci, sette gruppi di specializzazione e una sottosezione nel Canal di Brenta, porta il suo secolo e un quarto di vita con l’energia di un ragazzino. «Il 12 novembre del 1892 – riprende Faccio - un gruppo di poco più di quaranta amici appartenenti al ceto borghese e nobiliare di Bassano si riunì nella storica e prima assemblea».

Da quella riunione nacque il Cab, Club alpino bassanese, ufficializzando così la prima associazione sportiva del comprensorio. L’associazione, che dopo la Grande guerra si sarebbe trasformata in Club alpino italiano, in questi 125 anni di esistenza ha giocato un ruolo rilevante nella storia politica e culturale della città, innestandosi, tra le altre cose, su una tradizione naturalistica che affondava le radici in profondità.

Bassanesi erano infatti due personaggi di fama internazionale come Giambattista Brocchi e Alberto Parolini e bassanese ad honorem era il britannico John Ball, pioniere dell’alpinismo e genero di Parolini.

«Sono passati 125 anni – riprende il presidente - , siamo l’associazione sportiva più antica della città, il mondo è cambiato, ma la nostra passione per l’andare a piedi, il viaggio più naturale che ci sia, non è cambiata». Per questo, in un mondo sempre più “social”, il Cai cittadino vuole essere sempre più “sociale”. «La montagna – rileva Faccio – non è solo impresa sportiva. È uno stile di vita. Da qui, l’obiettivo di promuovere per i prossimi anni iniziative culturali, come incontri con scrittori che hanno raccontato i monti o mostre e corsi di formazione dedicati all’ambiente delle Alpi. La mostra “Presenze silenziose” di palazzo Bonaguro e il corso dedicato ai grandi carnivori ci stanno dando la prova che allargare il ventaglio delle proposte fa bene. In aggiunta a queste attività rivolte all’esterno, vogliamo anche che i nostri soci siano sempre più protagonisti, offrendo loro dei momenti di incontro in sede perché condividano le loro storie di montagna».

Nella sede di via Schiavonetti è tutto pronto: per festeggiare le 125 primavere del Cai e, poi, salire sempre più in alto.

Lorenzo Parolin

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