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Bassano

Botte e rapine
Due anni
al giovane bullo

Il tribunale di Vicenza
Il tribunale di Vicenza
Il tribunale di Vicenza
Il tribunale di Vicenza

BASSANO. Era stato arrestato per ultimo, in Marocco, dove aveva tentato di fuggire per evitare di finire in manette. Said Zarrouq, 21 anni, marocchino, considerato uno dei capi della gang che tra luglio e settembre 2014 rapinava, pestava e terrorizzava i giovani bassanesi; ieri è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione e a 600 euro di multa. L’imputato era accusato di una lunga serie di reati: dalla rapina al furto fino alla ricettazione. Prima di lui erano stati arrestati e poi condannati (dopo il processo con rito abbreviato) anche gli altri tre componenti della banda: Abel David Mercado Santos, Antonio Buonocore e Ly Mamadou. Oltre ai quattro maggiorenni, nell’inchiesta coordinata dalla procura, erano finiti anche sei minorenni (due italiani e quattro stranieri) accusati a vario titolo degli stessi reati contestati ai loro amici più grandi. In particolare, il 30 agosto 2014, Zarrouq (assieme a Santos) aveva aggredito un diciottenne residente a Marostica, trascinandolo, assieme ad altri complici, in riva al Brenta, a Valstagna, dove poi, oltre a colpirlo con un pugno al volto e un calcio, lo hanno rapinato del telefono cellulare e di qualche euro. Neanche un mese dopo la banda era tornata in azione rapinando un altro ragazzino bassanese portandogli via il cellulare e una quarantina di euro in contanti. Per mettere a segno il colpo, la vittima era stata trascinata in una zona appartata, tenuta ferma per le braccia e minacciata con una bottiglia di vetro. Sull’imputato hanno poi pesato anche due furti di biciclette rubate, in base a quanto contestato dall’accusa, a Caldogno il 27 luglio di tre anni. L’indagine che ha portato prima all’inchiesta e poi al processo di Zarrouq e dei suoi compari era scattata da parte dei carabinieri di Bassano (nell’estate 2014) dopo che alcuni giovani avevano denunciato le angherie e i soprusi ai quali erano costretti da parte dei componenti della gang che era ormai arrivata a terrorizzare gli adolescenti del Bassanese a suon di pestaggi e prevaricazioni. I giovani delinquenti con i loro atteggiamenti violenti avevano come obiettivo quello di costruirsi la fama di piccoli boss di periferia specialmente nei confronti dei più deboli nella cerchia delle loro conoscenze o addirittura verso ragazzini incontrati spesso per caso.

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