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«Avevamo litigato
per una ragazza
ma sei mesi fa»

Sulla destra il bar teatro dell’aggressione. FOTO CECCON
Sulla destra il bar teatro dell’aggressione. FOTO CECCON
Sulla destra il bar teatro dell’aggressione. FOTO CECCON
Sulla destra il bar teatro dell’aggressione. FOTO CECCON

«Non so davvero che motivo ci sia alla base dell’aggressione: conosco il ragazzo che mi ha sfidato ad andare al bar, ma non lo sentivo da mesi, da quando avevamo bisticciato per una questione di ragazze. Ma non posso pensare che il movente del mio ferimento sia quello: sarebbe assurdo pugnalare una persona per un fatto di così poco conto, avvenuto quasi sei mesi fa».

È il racconto fatto ieri mattina da Andrea Poli ai genitori. I quali ancora non riescono a spiegarsi il motivo che costringe il loro primogenito, neodiciottenne, in un letto d’ospedale, con una clavicola rotta, un polmone perforato e altre ferite alla schiena. Lo studente comincia a stare un po’ meglio, riesce ad alzarsi dal letto per qualche minuto, anche solo per fare un breve passeggiata nel reparto di chirurgia dove è ricoverato da mercoledì scorso, quando è stato colpito ripetutamente alle spalle da due conoscenti poco più giovani, entrambi denunciati per lesioni gravissime alla Procura per i minorenni di Venezia, accusa che potrebbe aggravarsi con la premeditazione. Si è appreso che dall’esame delle ferite pare che l’arma usata non fosse un cacciavite ma più probabilmente una forbice.

Gli agenti del commissariato di Bassano, guidati dal vicequestore David De Leo, hanno chiuso le indagini in meno di 12 ore. Ora, sempre su delega della magistratura, sono al lavoro per gli approfondimenti. Va appurato il movente e vanno vagliati eventuali collegamenti con altri episodi di disagio giovanile avvenuti nell’ultimo periodo. Per questo il riserbo mantenuto dagli inquirenti sulla vicenda è massimo.

I genitori di Andrea vogliono aiutare il figlio nel modo migliore, proteggerlo e sostenerlo. Ieri hanno parlato tanto dell’assurda vicenda. Andrea ha ripetuto al padre che non ci sarebbe alcun motivo valido per quello che è capitato.

La scorsa primavera il giovane avrebbe litigato con il suo futuro aggressore per questioni legate a una ragazza. Cose banalissime, del tutto comuni a quell’età. Da allora i due non si sarebbero più sentiti e tantomeno frequentati, fino a mercoledì scorso, quando sul cellulare di Andrea è arrivato quel messaggio: «Se hai le p… vieni che sistemiamo la faccenda» e lui ha accettato. Pensava che sarebbe stato un chiarimento. Invece, nel giardinetto del bar Porta Breganze, nel centralissimo corso Mazzini di Marostica, in pochi istanti si è trovato i due addosso. È tornato a casa con quattro ferite da arma da taglio alla schiena e una sul fianco. Solo verso le 19, quando i genitori si sono accorti che il giovane era sofferente e che si toccava spesso il fianco, Andrea si è deciso a raccontare dell’aggressione. Quindi la corsa in ospedale, dove è arrivato in condizioni critiche. Ulteriori evoluzioni dell’indagine arriveranno nei prossimi giorni. Nel frattempo, il dirigente del commissariato cittadino ha inoltrato alquestore la richiesta di chiusura per il bar dove è avvenuta la rissa. Tra le motivazioni, il fatto che i titolari non avrebbero avvisato le forze dell’ordine di quanto avvenuto all’interno del locale, come invece avrebbero dovuto fare. Gli esercenti si difendono dicendo che non si erano resi conto della gravità del caso.

Francesca Cavedagna

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