<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Autobus vuoti
È un servizio
che va ripensato»

I bus girano pieni soltanto nelle ore di entrata e uscita da scuolaUn autobus urbano completamente vuoto. Purtroppo è uno spettacolo tutt’altro che raro
I bus girano pieni soltanto nelle ore di entrata e uscita da scuolaUn autobus urbano completamente vuoto. Purtroppo è uno spettacolo tutt’altro che raro
I bus girano pieni soltanto nelle ore di entrata e uscita da scuolaUn autobus urbano completamente vuoto. Purtroppo è uno spettacolo tutt’altro che raro
I bus girano pieni soltanto nelle ore di entrata e uscita da scuolaUn autobus urbano completamente vuoto. Purtroppo è uno spettacolo tutt’altro che raro

Un tavolo di lavoro con i sindaci del comprensorio per rivoluzionare i trasporti pubblici adeguandoli ai tempi.

Il servizio avviato a metà degli anni ‘80 è fermo al palo e il capogruppo di “Impegno per Bassano”, Roberto Marin, batte i pugni perché la pausa estiva possa servire a riprogrammarlo.

«I conti si fanno in fretta – commenta l’esponente dell’opposizione - Nel 2014 le entrate tra contributi regionali e compartecipazione dei Comuni erano pari a 867 mila euro, mentre i costi superavano il milione 188 mila euro, con un differenziale negativo di 321 mila euro. Lo scorso anno le cose sono peggiorate: le entrate si sono fermate a 434 mila euro mentre i costi complessivi sono saliti a un milione 478 mila euro con un perdita secca superiore al milione di euro. Che cosa dobbiamo pensare per il 2016? Oltre a costare troppo, il servizio non è efficiente, quindi i cittadini ne perdono due volte». Profondo rosso, quindi, in città e nel comprensorio, sul fronte dei trasporti pubblici. Sulla strada c’è una ventina di mezzi, ripartiti su otto linee per cinque Comuni: Bassano, Cartigliano, Cassola, Pove e Romano. Di fatto, però, gli autobus servono solo per il trasporto degli studenti e la fine dell’anno scolastico, per Marin, rischia solo di rendere più evidenti tutte le criticità. Da qui, la richiesta di non stare con le mani in mano.

«Non so quanto tempo ci vorrà – prosegue il consigliere di centrodestra – per risolvere il problema, ma se mai ci muoviamo mai ne verremo a capo. Possiamo prendere esempio da Vicenza e hinterland: lì, gli abitanti sono 210 mila, da noi sono 180 mila. I numeri sono simili, la differenza è che nel capoluogo il servizio di trasporto pubblico funziona e da noi no».

Marin sollecita la prima convocazione entro la metà di giugno.

«Se c’è la volontà, in poco meno di un mese ci si può riunire - dice - I progetti per migliorare il servizio già ci sono, l’importante è ragionare in termini di comprensorio. C’è un centro verso il quale probabilmente è ragionevole far convergere la maggior parte delle corse; c’è un’area di cintura rispetto alla quale il trasporto pubblico va ripensato; ci sono zone periferiche per le quali si può pensare anche a servizi integrativi come il trasporto a chiamata o l’uso di mezzi elettrici».

L’inerzia sul fronte della promozione dei mezzi pubblici, per Marin, fa a pugni con la presunta “anima “verde” della maggioranza.

«A leggere i programmi – chiude – pareva che si stesse preparando una rivoluzione: biciclette, pedonalizzazioni e, naturalmente, mezzi pubblici. Novità, però, fino a questo momento ne se ne sono viste».

Lorenzo Parolin

Suggerimenti