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Astra, si punta sulla fondazione Cariverona

La sala dell’ex teatro Sociale di viale dei Martiri
La sala dell’ex teatro Sociale di viale dei Martiri
La sala dell’ex teatro Sociale di viale dei Martiri
La sala dell’ex teatro Sociale di viale dei Martiri

Per riportare in vita l’Astra ora si punta sulla Cariverona. Merito di un “debito” che la fondazione legata all’istituto di credito avrebbe maturato nei confronti del Vicentino. Negli ultimi anni, buona parte dei finanziamenti ha riguardato Verona e dintorni generando una sorta di squilibrio nella ripartizione delle risorse di alcune decine di milioni di euro, sul quale ora tenta di puntare il fronte pro Astra. La fondazione è un ente privato e nella sostanza non ha alcun obbligo di dividere in parti uguali le risorse tra i territori sui quali opera. Un principio non scritto, però, suggerisce equità e l’opportunità e non è sfuggito alle diverse realtà che vogliono far rivivere il teatro Sociale. Da qui, nelle ultime settimane, la ripresa di contatti e una serie di telefonate indirizzate agli uffici direttivi della fondazione in cui è stato fatto notare che con una decina di milioni Bassano potrebbe riavere per sempre il suo teatro storico. Nel frattempo, riavviati i cantieri del polo museale S. Chiara (finanziato per 10 dei 16 milioni complessivi dalla fondazione) viene meno anche una situazione che potrebbe creare qualche imbarazzo al momento di battere cassa, per cui nelle prossime settimane sono attesi colpi di scena.

Nell’attesa che la situazione si delinei, interviene il consigliere bassanese in seno alla fondazione, l’avvocato Fausto Taras.

«Le richieste relative agli indirizzi politici e all’utilizzo delle somme - spiega - vanno inoltrate al consiglio di amministrazione. Sono un consigliere di indirizzo per cui non spetta a me decidere».

Decidere no, ma toccare qualche tasto sensibile...

«Come bassanese – precisa Taras – vorrei che tutti i progetti oggi sul piatto trovassero realizzazione: Ponte da restaurare, S. Chiara da realizzare e avviare, piste ciclabili da costruire, Astra da riportare in vita e centro giovanile da rilanciare. L’agenda è ricca, solo che qualcuno deve fare il primo passo».

In sostanza, la fondazione molto probabilmente non si muoverà per prima, né sull’Astra né su altro, ma se l’Amministrazione mettesse sul piatto un progetto, abbinandolo a qualche forma di cofinanziamento e a un piano di acquisizione dello stabile, ci si potrebbe sedere a un tavolo e parlarne. Quanto all’ipotesi che, una giunti ad un accordo, il consigliere espresso dalla città si adoperi per portare finanziamento e progetto a buon fine, la risposta lascia pochi dubbi.

«Fare la mia parte perché la città abbia un teatro pubblico? – chiude Taras – Sono bassanese, non serve neppure chiederlo».

Lorenzo Parolin

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