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Arruolati i volontari, riapre il Castello

Una suggestiva veduta del Castello degli Ezzelini. CECCONErio Piva
Una suggestiva veduta del Castello degli Ezzelini. CECCONErio Piva
Una suggestiva veduta del Castello degli Ezzelini. CECCONErio Piva
Una suggestiva veduta del Castello degli Ezzelini. CECCONErio Piva

Lorenzo Parolin

Contro la “serrata” dei monumenti che annulla senza appello le buone intenzioni dei turisti, il centro storico mette in campo i volontari. L’idea è lanciata dal presidente del quartiere, Erio Piva, per supplire alla carenza di risorse che obbliga a mettere il cartello “chiuso” all’ingresso di luoghi simbolo della città.

«Il Castello è parzialmente aperto solo d’estate, in concomitanza con gli spettacoli - commenta Piva -; Santa Maria in Colle è chiusa da anni e riapre solo per qualche cerimonia religiosa; il camminamento è accessibile solo saltuariamente e la torre civica apre in occasione delle notti bianche e durante le festività». Poco per una città che si definisce turistica e vorrebbe trattenere i visitatori oltre il tempo di una gita “mordi e fuggi”, limitata al Ponte e alle piazze. Da qui la proposta di Piva. «Le aperture tramite i volontari erano state sperimentate anche anni fa – riprende -. Se c’è un gruppo di persone disponibili, perché non proporle di nuovo? In questo senso, abbiamo già un elenco di persone che si sono offerte, ci siamo confrontati con la Parrocchia e, soprattutto, abbiamo l’esperienza con i ragazzi di “Ci sto affare fatica». L’ipotesi di formare una squadra di custodi per riaprire al pubblico i monumenti chiusi è emersa in concomitanza con le pulizie del centro, affidate a una ventina di adolescenti durante le feste. «I ragazzi si sono presi a cuore il decoro del quartiere - evidenzia Piva -. Visto che energie e volontà ci sono, basterebbe dividersi i compiti. Almeno per i fine settimana dovremmo essere coperti». Le forze, quindi, ci sarebbero. Il problema è garantire continuità al servizio anche dopo l’entusiasmo iniziale. «Noi lanciamo un’idea - chiude Piva - in linea con le risorse di cui disponiamo. La speranza è che, se le cose dovessero andare bene, qualcuno ci aiuti a rendere permanenti le aperture».

Qualcuno come l’Amministrazione, per la quale parla il sindaco Riccardo Poletto: «L’iniziativa del quartiere ha tutto il nostro appoggio. È chiaro che suona anche come una chiamata alla mano pubblica: ci sono responsabilità che non vanno delegate e siamo pronti ad assumercele». In sostanza, Poletto è pronto a mettere personale e competenze per non lasciar sfuggire l’occasione. «In questi casi vince il modello a rete - evidenzia -. In campo ci sono il centro storico, la parrocchia e l’Amministrazione. Se tutti faranno la loro parte, la riapertura dei monumenti sarà possibile». Il sindaco pensa di coinvolgere i volontari del servizio civile. «Durante le feste - spiega - abbiamo aperto la Torre grazie a loro. Oltretutto, buona parte dei giovani selezionati arriva da studi di lettere o storia dell’arte, quindi in linea con la promozione di monumenti. Andiamo verso la stagione turistica: traduciamo la proposta in realtà».

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