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Addio Vito, ultimo eroe delle Penne nere

Vito Olivetti (a destra) a Bassano  accompagnato da un militare
Vito Olivetti (a destra) a Bassano accompagnato da un militare
Vito Olivetti (a destra) a Bassano  accompagnato da un militare
Vito Olivetti (a destra) a Bassano accompagnato da un militare

Era una delle tre Medaglie d’oro al valor militare di cui ufficialmente si fregia la sezione Ana Monte Grappa. Il suo nome compare accanto a quelli dei tenenti Marco Sasso ed Efrem Reatto. A 91 anni, si è spento Vito Olivetti, originario di San Giorgio in Bosco ma bassanese di adozione, avendo vissuto a lungo in città. Sottotenente degli alpini, iscritto nel ruolo d’onore nel 1962, l’onoreficenza che portava al petto ad ogni cerimonia commemorativa l’aveva guadagnata nelle ultimissime ore di guerra: durante uno scontro a fuoco con i tedeschi fu colpito alla fronte e perse la vista. Molti bassanesi sicuramente si ricordano di lui perché ad ogni 25 Aprile era in prima fila, impeccabile, accompagnato immancabilmente da un militare in servizio, come previsto per i decorati, grandi invalidi di guerra. Diplomatosi disegnatore all'istituto "Camerini Rossi" di Padova, subito dopo l'armistizio, l'8 settembre 1943, prese parte alla lotta partigiana a Padova. Aggregato alla brigata "Damiano Chiesa", nella zona del Grappa, fu nominato comandante di squadra il primo aprile 1944 e dal primo ottobre dello stesso anno fu comandante di distaccamento.

Negli ultimi giorni di guerra le truppe del Reich in ritirata dalla pianura Padana, incalzate dagli angloamericani, venivano martellate dai bombardamenti alleati mentre le formazioni partigiane ostacolavano il loro ripiegamento. Tra Alta-Padovana e Vicentino si susseguivano le incursioni degli alleati e gli scontri a fuoco tra le colonne tedesche in ritirata verso le Alpi, nel tentativo di raggiungere le valli, tra le quali la Valbrenta. Fu in questi frangenti che, il 29 aprile, Olivetti partecipò ad un’operazione, tra le ultime del conflitto, per neutralizzare una casamatta tedesca lungo una strada in località Maglio a Galliera. Durante lo scontro a fuoco, fu colpito alla fronte da un proiettile e perse la vista. «Fatto segno ad intenso fuoco - si legge nelle motivazioni della decorazione - veniva colpito in fronte da un proiettile che gli asportava gli occhi e nonostante la grave ferita ed il dolore cocente continuava a sparare per indicare ai compagni accorsi la direzione dell'appostamento avversario. Brancolando nel buio per la mutilazione subìta, si dichiarava fiero di aver offerto la vista per la redenzione della Patria». Dopo lunga degenza ospedaliera, nel giugno del ’48 fu dispensato dal servizio militare per avere partecipato come volontario combattente alla lotta di Liberazione. Nel dopoguerra, Olivetti decise di restare a Bassano, ai piedi del Grappa, dove ha sempre vissuto con la moglie Elide, prima di tornare nel paese natale. Tra le molte foto di gioventù, una lo ritrae insieme a un noto partigiano Enrico Mattei, il rifondatore dell’Agip. Negli ultimi tempi era stato ricoverato all’ospedale di Citta della dov’è deceduto domenica. I suoi funerali saranno celebrati oggi a Onara di Tombolo alle 15,30. Sicuramente saranno in molti i bassanesi e le penne nere dell’Ana Monte Grappa che vorranno accompagnarlo nell’ultimo viaggio.

Carlo Barbieri

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