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È scontro tra Vardanega e Comune

Giannantonio Vardanega, titolare dell’iimpresa che lavora al Ponte
Giannantonio Vardanega, titolare dell’iimpresa che lavora al Ponte
Giannantonio Vardanega, titolare dell’iimpresa che lavora al Ponte
Giannantonio Vardanega, titolare dell’iimpresa che lavora al Ponte

Le parti s’invertono: ora è la ditta Vardanega a lanciare l’ultimatum all’Amministrazione di Bassano. «Vogliamo una risposta alla relazione che abbiamo spedito al Comune il 20 aprile e vogliamo un incontro al più presto per capire le loro intenzioni».

La relazione alla quale si riferisce il patron dell’azienda di Possagno, Giannantonio Vardanega, è quella che boccia sonoramente il progetto di restauro del Comune in collaborazione con l’università di Padova. La domanda fondamentale è come si concilieranno ora le due posizioni, e cioè quella dell’Amministrazione, che difende il progetto originario, e quella della Vardanega, che ne ha sottolineato quelle che, a suo dire, sarebbero gravi falle.

Ieri l’imprenditore è uscito allo scoperto e ha attaccato pesantemente l’Amministrazione bassanese. Il progetto, così com’è stato pensato, per Vardanega e i suoi tecnici non è assolutamente sostenibile. Sul banco degli imputati sale innanzitutto il ponte bailey, la struttura reticolare che dovrebbe ingabbiare il monumento, sostenendolo dall’alto. «Abbiamo svolto delle analisi - afferma Vardanega - e i nostri timori sono stati confermati. Non è possibile procedere, come prevede il progetto, con la trave metallica provvisoria appoggiata sulle pile».

Questa conclusione è stata comunicata al Comune il 2 maggio, a seguito della pesante relazione spedita nelle settimane scorse. «E invece di risponderci nel merito, l’Amministrazione si è sempre trincerata dietro aspetti formali - prosegue Vardanega - ribadendo che il progetto è stato approvato e che non può essere messo in discussione. Anzi, in una riunione i nostri tecnici non sono stati nemmeno ascoltati da quelli del Comune. Anche i miei rapporti con l’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo ultimamente si sono incrinati».

Vardanega ritiene che ci sia un “disegno” preciso: «Stanno tentando in tutti i modi di farci passare per inadempienti, con l’intento di escluderci dall’appalto - esclama - ma noi siamo i primi a voler fare il lavoro in modo rapido e a regola d’arte. Non vogliamo però rischiare di rovinare l’opera o, quel che è peggio, mettere in pericolo le persone».

Secondo la ditta, in sostanza, il bailey sarebbe troppo pesante e metterebbe a serio repentaglio la tenuta del monumento. Meglio quindi puntellare il ponte dal basso, evitando così di appesantire ulteriormente. «Ad oggi non abbiamo avuto alcun riscontro dal Comune per cui gli operai e i mezzi di fatto non possono andare avanti con i lavori, proprio a causa della mancanza di chiarezza da parte dell’Amministrazione. L’impresa è direttamente responsabile di cosa potrebbe accadere durante l’esecuzione di un progetto che presenta anomalie importanti». E lavorare sulla base di un progetto che non condivide è una responsabilità che l’azienda non vuole assumersi.

«Se vogliono continuare così ci facciano un ordine di servizio, così si prenderanno la responsabilità di ciò che accadrà - tuona Vardanega -. Ci attendiamo una risposta nei prossimi giorni. Siamo disponibili a un incontro pubblico tra i nostri tecnici, quelli del Comune e i progettisti del restauro. Vogliamo che questa situazione venga chiarita al più presto».

Enrico Saretta

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