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È già bufera sull’olivo
piantato per i profughi
Il sindaco: «Vergogna»

Il sindaco Riccardo Poletto mentre mette a dimora l’olivo in ricordo dei profughi morti nel MediterraneoTra Nicola Finco e il primo cittadino non è tempo di sorrisi
Il sindaco Riccardo Poletto mentre mette a dimora l’olivo in ricordo dei profughi morti nel MediterraneoTra Nicola Finco e il primo cittadino non è tempo di sorrisi
Il sindaco Riccardo Poletto mentre mette a dimora l’olivo in ricordo dei profughi morti nel MediterraneoTra Nicola Finco e il primo cittadino non è tempo di sorrisi
Il sindaco Riccardo Poletto mentre mette a dimora l’olivo in ricordo dei profughi morti nel MediterraneoTra Nicola Finco e il primo cittadino non è tempo di sorrisi

Per i più moderati è «una pagliacciata», per altri sindaco e assessori sono «patetici» e per il capogruppo leghista in Consiglio regionale, Nicola Finco, bisognerebbe andare a spulciare i bilanci delle organizzazioni che si occupano di profughi. Perché (sottinteso) ci guadagnano e non poco. Sono passate meno di 24 ore dalla commemorazione dei 368 migranti annegati di fronte a Lampedusa quattro anni fa e la grancassa di facebook ha incendiato la polemica. È bastato che il sindaco Poletto postasse sulla pagina social del Comune le foto in fascia tricolore e badile, impegnato nella piantumazione dell’olivo dedicato ai profughi defunti, perché i leoni da tastiera dessero fuoco alle polveri. Uno, due, dieci commenti in un lampo, il più tenero dei quali dice «Recessione e sperequazione».

Poletto non ci ha visto più, e ha replicato riproducendo la pagina sul web, scrivendo: «Quali valori trasmettono questi signori se non riescono ad esprimere neppure quello più basilare del rispetto per la vita umana?». «Alla cerimonia abbiamo volutamente tenuto lontane le considerazioni politiche – rincara la dose, interpellato, il primo cittadino – per affermare la sacralità del diritto alla vita, a prescindere da tutte le posizioni ideologiche. Qui però c’è gente che specula su una tragedia e dimostra di non avere neppure la sensibilità richiesta dagli standard minimi di convivenza civile. Alla commemorazione hanno partecipato rappresentanti delle comunità religiose, sacerdoti e volontari dal curriculum limpido e inattaccabile. Davvero non ho parole».

Sul fronte opposto non si è fatta attendere la replica di Finco. «La polemica non è sui morti – ribatte - come vorrebbe far intendere Poletto. È sulla demagogia della sinistra che governa l’Italia, e Bassano, promettendo accoglienza che non vuole e non può garantire. Non può per la carenza di risorse, non vuole perché le conviene alimentare situazioni di assoluta precarietà, ai limiti della dignità umana, nella quale si ingrassano cooperative e organizzazioni “amiche”. La tratta degli esseri umani è un problema serissimo e come tale va affrontato. Altro che piantumazioni di olivi e marcette con la bandiera della pace».

Lorenzo Parolin

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