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«Violentata da mio padre per 5 anni»

L’uomo andrà a processo per violenza sessuale il 23 maggio
L’uomo andrà a processo per violenza sessuale il 23 maggio
L’uomo andrà a processo per violenza sessuale il 23 maggio
L’uomo andrà a processo per violenza sessuale il 23 maggio

Ha costretto la figlia a diventare la sua amante. Per 10 anni ha abusato di lei. Prima limitandosi a palpeggiarla e a pretendere dei baci, poi obbligandola ad avere due rapporti sessuali completi. Almeno secondo la ricostruzione fatta dall’accusa, che ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio del presunto orco. Il processo a carico dell’imputato, A.A. (pubblichiamo solo le iniziali per tutelare la vittima), di 48 anni, bangladese residente nel capoluogo, comincerà il 23 maggio. I fatti contestati allo straniero, che è difeso dall’avvocato Chiara Bellini, sarebbero stati commessi tra Arzignano, Altissimo e San Pietro Mussolino nelle varie abitazioni in cui la famiglia ha traslocato nel corso degli anni. Per l’accusa tutto quanto sarebbe cominciato nel 2005, quando la bambina aveva 12 anni. Le violenze avvenivano appena i due rimanevano da soli in casa. Per due anni gli abusi sarebbero consistiti in palpeggiamenti al seno, anche sotto i vestiti della malcapitata. L’uomo avrebbe anche tentato di baciare la figlia sulla bocca, senza però riuscire nei suoi intenti. Con il passare del tempo le attenzioni e le pretese di A.A. sulla figlia sarebbero aumentate sempre di più. Ogniqualvolta i due si trovavano da soli, lontani dallo sguardo degli altri componenti della famiglia, l’adulto entrava in azione. Oltre al seno di quella che nel frattempo era diventata una ragazzina, l’uomo allungava le mani anche sulla pancia e sulle parti intime. Lei non poteva ribellarsi. La paura e l’orrore la paralizzavano. Il sangue le si congelava nelle vene. Solamente in una circostanza la vittima avrebbe trovato la forza e il coraggio per dire di no. Così facendo avrebbe provocato l’immediata reazione del genitore. Che non avrebbe esitato a colpirla con uno schiaffo violento in piena faccia. Gli abusi avrebbero però raggiunto l’apice solamente nell’estate del 2010, quando la malcapitata aveva 17 anni. Lei, che ormai si era trasformata in una donna, non avrebbe mai pensato che il padre potesse fare ancora di peggio. Invece, si sbagliava. Sempre secondo l’accusa, A.A. avrebbe costretto la figlia ad avere due rapporti sessuali. La ragazza non era riuscita a opporsi e l’uomo aveva minacciato di screditarla pubblicamente se lei avesse aperto bocca per raccontare quello che avevano fatto. Lei è dunque rimasta in silenzio per dieci anni. Poi, però, è finalmente riuscita a liberarsi del peso di quello che stava subendo. Anche perché, nel frattempo, era stata promessa sposa a un connazionale per il quale non provava alcun sentimento. Ne ha parlato prima con un familiare. Dopodiché si è fatta accompagnare in caserma e ha messo al corrente i carabinieri di quello che era stata costretta a subire. La denuncia presentata dalla minorenne è quindi finita sulla scrivania del pubblico ministero Francesca Sorvillo, che ha deciso di aprire un’indagine con l’obiettivo di far luce sull’inquietante vicenda portata alla ribalta dalla giovane. Che, a quel punto, è stata messa al sicuro in una comunità protetta. Le forze dell’ordine hanno cercato riscontri alle parole della minorenne. Gli elementi raccolti durante l’attività investigativa hanno poi spinto il magistrato a chiedere il rinvio a giudizio dell’imputato. L’udienza si è tenuta nei giorni scorsi davanti al giudice per le indagini preliminari. Quest’ultimo ha deciso che A.A. dovrà affrontare il processo in tribunale. Il padre, accusato di violenza sessuale, avrà dunque modo di difendersi dal pesante capo di imputazione. La presunta vittima degli abusi ha invece chiesto assistenza legale all’avvocato Stefano Grolla. Alla fine, però, non si costituirà parte civile: ha preferito tornare in Bangladesh. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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