Telecamere nelle parrocchie di Arzignano. In oratori, canoniche, spazi destinati ai gruppi giovanili e alle associazioni. Sempre più spesso oggetto di atti vandalici e danni. Il progetto di videosorveglianza, per il quale l’Amministrazione comunale ha destinato 25mila euro, bando approvato in giunta in questi giorni, mira a dotare gli spazi parrocchiali di un sistema di controllo diventato ormai necessario. «Perché si è perso il rispetto anche per i luoghi sacri», dice don Mariano Lovato, arciprete del Duomo. Il progetto “Parrocchie Sicure” ha iniziato a prendere forma dopo l’ennesimo episodio a fine febbraio a S. Bortolo, già presa di mira un paio di anni fa, quando ignoti hanno sfondato le vetrate della struttura e della cucina, provocando soprattutto danni. «Non era la prima volta - ricorda il presidente del consiglio comunale Enrico Marcigaglia, “storico” residente della frazione -. Si stava pensando alla videosorveglianza ma la parrocchia aveva il problema del costo. Così abbiamo ritenuto fosse necessario stanziare un contributo generale per questo. È vergognoso che sul volontariato ricadano i danni dei vandali». «Ci siamo confrontati subito dopo San Bortolo - precisa il sindaco Giorgio Gentilin - anche con il comandante della polizia locale Massimo Parolin. Questo bando è un completamento della richiesta di sicurezza che arriva dalle strutture sensibili della città. Verrà fissato un incontro a breve con le due unità pastorali cittadine. Valuteremo poi se la somma sarà sufficiente, se sarà possibile una compartecipazione dei privati o se integrare la cifra». La proposta dell’Amministrazione è stata accolta positivamente. Anche il duomo e gli spazi del centro giovanile sono stati colpiti più volte dai vandali, lo scorso anno rubata anche la cassetta delle offerte in chiesa e qualche mese fa danneggiata un’inferriata al Mattarello. «Senza contare chi fa i bisogni sotto il portico del Mattarello - continua mons. Lovato - il bando del Comune è un segnale di attenzione. Purtroppo sono venuti meno il rispetto, l’educazione civica dei nostri giovani. Al Mattarello lasciamo aperto, perché i ragazzi possano giocare, ma ci vorrebbe sempre la presenza di una sorta di guardiano. Avevamo già pensato alla videosorveglianza in canonica e spazi adiacenti. Anche l’ultimo atto al monumento ai Caduti è un segnale, bravate che denotano mancanza di educazione». «Ci stavamo pensando alle telecamere - aggiunge don Ferdinando Turro, di S. Zeno – vediamo come e quanto il bando potrà aiutarci. Purtroppo i vandalismi capitano, è venuto meno il rispetto delle cose degli altri». • © RIPRODUZIONE RISERVATA