<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Una vita da campanaro
«A 90 anni lascio le gare»

Il campanaro Tarcisio Chiumento, 90 anni. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN Il gruppo fondatore della società campanaria di Tezze, nel 1990
Il campanaro Tarcisio Chiumento, 90 anni. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN Il gruppo fondatore della società campanaria di Tezze, nel 1990
Il campanaro Tarcisio Chiumento, 90 anni. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN Il gruppo fondatore della società campanaria di Tezze, nel 1990
Il campanaro Tarcisio Chiumento, 90 anni. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN Il gruppo fondatore della società campanaria di Tezze, nel 1990

Ha iniziato da bambino. A 10 anni. Per dare una mano al vecchio campanaro. «Ci piaceva tirare la corda» racconta. Ora Tarcisio Chiumento, 90 anni a novembre, di Tezze di Arzignano, il decano della locale scuola campanaria, ha deciso di ritirarsi da gare e competizioni. «Ma la domenica viene, mica può mollare. È il presidente onorario e ha una memoria di ferro» dice il maestro della scuola campanaria Antonio Carlotto.

LA SCUOLA. A Tezze la tradizione di suonare le campane si tramanda da decenni. La società campanaria, presidente Luigi Carlotto, fratello del maestro, è nata nel 1990, e oggi conta 17 suonatori di campane e 30 simpatizzanti. Sant’Agata in piazza a Tezze resta ancora una delle poche chiese del Vicentino a non avere il disco. Alle messe e comunque alle cerimonie vengono suonate dalla società campanaria locale. Nella sede ci sono targhe e coppe della scuola, quasi una quarantina, a ricordare storia e tradizioni, i successi ottenuti e i tanti momenti condivisi. «Noi ce l’abbiamo nel sangue - dicono Chiumento e Carlotto - se non ci fossero i quattro vecchietti di qua sarebbe già finito tutto. Perché i giovani vengono per imparare ma dopo due mesi, quando finalmente hanno il tocco giusto per cominciare davvero, perché non è così facile, lasciano». Ad ogni campana corrisponde una nota e per un concerto degno di questo nome ne servono almeno sei.

LA STORIA. Il campanile di S. Agata, datato 1881, 18 metri di altezza, all’inizio ne aveva soltanto tre ma grazie alla parrocchia, e soprattutto alla nascita della scuola campanaria, nel tempo sono diventate dieci, una di queste donata da un benefattore. «Le abbiamo acquistate noi anche grazie alle offerte. La spesa? Dipende. Il bronzo costa circa 25/30 euro al chilo», precisano. La più piccola pesa 67 chili, la più grande 755. «Ricordo le messe in tempo di guerra - continua Chiumento - i concerti sono iniziati molto dopo. Una volta venivano anche le donne a suonare. Poi non più». Per avere il tocco giusto serve allenamento. Qui a Tezze ci si trova due volte la settimana. Ci vogliono sensibilità, concentrazione, orecchio musicale. «Bisogna sentire la musica - continua il decano - a me è sempre piaciuto. Un suonatore non bravo però si sente subito, rovina il concerto. Adesso si fa fatica a trovare giovani appassionati. Sono incuriositi, cominciano ma poi lasciano». Alla scuola campanaria di Tezze comunque due giovani tra i suonatori ci sono, Mattia Ferrari di Chiampo «ha iniziato a 11 anni, il più giovane del gruppo» raccontano, e Michele Castaman, entrambi 18enni. Qui i campanari si occupano anche della manutenzione. Chiumento e il maestro Carlotto, che conservano le chiavi del campanile, con il presidente Luigi Carlotto e il maestro Giulio Zanoni lo fanno con grande attenzione. «È tutto volontariato - dicono - una volta si raccoglieva qualcosa dai matrimoni in chiesa, circa 100 euro per 10 suonatori, ma quest’anno ce n’è stato solo uno. E i soldi non arrivano più. È tutto a nostro carico».

Luisa Nicoli

Suggerimenti