<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Un uomo sul tetto Foto sui social ma nessun aiuto

La foto pubblicata sui social che ritrae la persona seduta sul tetto
La foto pubblicata sui social che ritrae la persona seduta sul tetto
La foto pubblicata sui social che ritrae la persona seduta sul tetto
La foto pubblicata sui social che ritrae la persona seduta sul tetto

Ha destato notevole preoccupazione domenica ad Arzignano verso le 18.30 la foto, rimbalzata sui social, che ritraeva una persona, un ragazzo probabilmente, seduta sul tetto di un condominio a 30 metri di altezza. Un episodio che ha fatto scattare l’intervento di forze dell’ordine e Amministrazione, che hanno visto comunque l’immagine su internet, senza aver ricevuto alcuna segnalazione dai cittadini nonostante i commenti sui social non siano mancati e nessuno potesse sapere se si trattasse o meno di un fotomontaggio. Per un controllo sono intervenuti i carabinieri di Arzignano e l’assessore Nicolò Sterle, che ha collaborato per individuare il palazzo, visto che nella foto non c’erano indicazioni. Si tratta di un condominio in centro, al civico 2 di via 25 Aprile: sette piani con una terrazza all’ultimo, da cui non è difficile salire sul tetto, a circa 30 metri di altezza. Forze dell’ordine e assessore hanno effettuato un sopralluogo, il portone del palazzo era aperto, ma in cima non c’era nessuno. Solo una sorta di scaletta improvvisata con alcune piastrelle. Difficile capire cosa sia accaduto. Un selfie estremo? Una bravata? Nel palazzo buona parte degli inquilini non si era resa conto di nulla. In molti invece non c’erano. «Non abbiamo saputo niente» riferiscono il giorno dopo. Dal palazzo di fronte qualcuno ha notato l’auto dei carabinieri, ma senza capire cosa fosse accaduto. Altri hanno visto la foto sui social. «Dall’immagine sembra che la persona sia tranquillamente seduta sul tetto. Quasi certamente si è trattato di una bravata, non di un gesto estremo. È possibile che abbia visto arrivare la pattuglia e se ne sia andato» spiega Sterle. Di certo c’è che la foto ha aperto una discussione sui social, con vari commenti, senza che qualcuno però segnalasse la situazione di rischio a forze dell’ordine e istituzioni. «È grave che si prediliga una segnalazione sui social network rispetto ad una chiamata alle autorità - continua Sterle - in un paese civile è inammissibile. È assurdo essere venuti a conoscenza del fatto dai social anziché attraverso un sistema regolato ed efficiente dei numeri di emergenza. Poteva essere una situazione di pericolo che richiedeva un intervento di un pubblico ufficiale. Ma un conto è ricevere un’immediata segnalazione, un altro è arrivare dopo mezz’ora per aver visto la foto sui social e dopo essere riusciti ad individuare il palazzo. In certi casi anche un solo minuto fa la differenza. Un plauso alle forze dell’ordine che non hanno esitato ad intervenire dopo aver visto la foto. Mi sembra che manchi il buon senso comunque. Viviamo in un periodo in cui si preferisce, in generale, girare un video davanti ad un fatto di cronaca anziché dare l’allarme. Questa era una bravata ma sarebbe potuto essere altro. Il mio dovere di cittadino è avvisare le forze dell’ordine o le istituzioni. Spiace constatare che a volte ci sia una sorta di disinteresse verso la vita umana, l’incolumità del prossimo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

Suggerimenti