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Arzignano

Un anno in carcere
ingiustamente
Il caso Olivieri in tv

La presentazione della onlus “Futuro per tutti” per gli aiuti in Burundi
La presentazione della onlus “Futuro per tutti” per gli aiuti in Burundi
La presentazione della onlus “Futuro per tutti” per gli aiuti in Burundi
La presentazione della onlus “Futuro per tutti” per gli aiuti in Burundi

Che Diego Olivieri sia innocente è un fatto consolidato. Così come che l’imprenditore commerciale di Arzignano abbia trascorso un anno in prigione per niente, con la spada di Damocle sul capo della tremenda accusa di essere stato organico a un’associazione per delinquere di stampo mafioso attiva nel narcotraffico e riciclaggio, scioltasi alla prova dell’aula. Ma nonostante il suo calvario sia una delle tante pagine nere del pianeta giustizia, finora quello stesso Stato che dopo averlo sbattuto in galera dall’ottobre 2007 a quello 2008 lo ha giudicato innocente con sentenza diventata irrevocabile, non ritiene per adesso sia giusto risarcirlo per la detenzione ingiusta.

Pertanto Diego Olivieri se da un lato si è rivolto alla Corte di Cassazione per far valere i propri diritti, e la discussione avverrà nei prossimi mesi, ma è già pronto a bussare anche alla Corte di Strasburgo qualora fosse necessario, dall’altro il suo caso è diventato un docufilm che sarà trasmesso da Rai 3 nell’ambito di un programma in prima serata sulla malagiustizia che prenderà il via a inizio dicembre. Il titolo non potrebbe che essere «Io sono innocente».

La vicenda dell’ingiusta detenzione del commerciante all’ingrosso di pellami, assolto con la formula più ampia del “fatto non sussiste”, e del mancato risarcimento finora da parte dello Stato, è stata da propellente al libro “Oggi a me domani a chi” e ad altre iniziative che hanno visto Olivieri in prima linea per raccogliere fondi per gli ultimi del mondo. Con la creazione dell’onlus “Futuro per tutti” per costruire un ospedale per bambini in Burundi.

Qualche sera fa, a dimostrazione dell’affetto e della fiducia che Olivieri in quarant’anni di attività ha saputo ritagliarsi nel principale distretto industriale della pelle a livello mondiale, com’è appunto quello di Arzignano-Chiampo, ha riunito i più bei nomi, dai Mastrotto ai Dani, dai Peretti ai Boschetti, dai Bortoli ai Celadon, per ringraziarli di non averlo mai abbandonato anche nei momenti più duri, quando «lo Stato mi ha girato le spalle - dice - con un’accusa talmente assurda che rischiava di incenerire la reputazione di una vita di lavoro, fondata sulla fiducia». Gli imprenditori del settore, conoscendolo bene, proprio in virtù di quella fiducia che avevano sempre nutrito in lui, lo avevano assolto prima del tribunale, accordandogli quella disponibilità commerciale che ha consentito all’azienda di non affogare nel mare dell’ingiustizia. Al figlio Christian, allora giovane, toccò il compito di traghettare la società verso la quarta generazione.

L’occasione di quest’incontro allargato è stato l’anniversario del 70° della “Olivieri Pellami”, una serata caratterizzata dall’orgoglio e dal senso di appartenenza di tanti imprenditori a una realtà che ha saputo trascinare l’economia pur in anni difficili, e che Gabriele Boschetti ha sintetizzato in maniera efficace affidandosi ai numeri. «Le aziende conciarie del distretto sono 469 con oltre 8 mila addetti - spiega -, hanno un fatturato complessivo di 5,3 miliardi e un export di 4,1 miliardi. Rappresentano quell’eccellenza mondiale che neppure temibili concorrenti come i cinesi hanno saputo scalfire».

La parabola di Olivieri, che nove anni fa venne catapultato nel gorgo della nera da cui ha saputo risalire la china grazie a una non comune forza d’animo, è l’emblema di chi dal dolore ha saputo far nascere la solidarietà. Perché “Io sono innocente”.

Ivano Tolettini

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