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Truffa dei 50 euro al bar
Incastrata da un caffè

La “truffa dei 50 euro” è andata a segno più volte nei mesi scorsi nei bar di Arzignano. FOTO L. NICOLI
La “truffa dei 50 euro” è andata a segno più volte nei mesi scorsi nei bar di Arzignano. FOTO L. NICOLI
La “truffa dei 50 euro” è andata a segno più volte nei mesi scorsi nei bar di Arzignano. FOTO L. NICOLI
La “truffa dei 50 euro” è andata a segno più volte nei mesi scorsi nei bar di Arzignano. FOTO L. NICOLI

Il trucchetto funziona così. Una donna distinta prende un caffè al bar e paga con 50 euro. E poi, al momento di ricevere il resto, si rimetto in tasca anche la banconota che ha deposto sopra il bancone, approfittando della confusione del locale pieno di gente. Ma a finire nella rete della “truffa dei 50 euro”, stavolta, sono stati alcuni bar di Arzignano.

È così che una donna di origine rumena, M. A. di 37 anni, residente a Cavaion Veronese in provincia di Verona, per diversi mesi ha colpito nei bar del centro storico. Sempre in occasione di fiere, manifestazioni o mercato che richiamano in città. E quindi nei locali, molti clienti. Qualche giorno fa però stata individuata, fermata e denunciata per tentata truffa dai carabinieri della locale stazione, che svolgono servizio in divisa e in borghese nelle fiere e tra le bancarelle del mercato.

Nullafacente, pregiudicata, la donna era diventata ormai un’esperta nel provare a raggirare i locali pubblici. In alcuni casi ci è riuscita, in altri invece titolari e dipendenti di bar e pasticcerie, capito il trucchetto, sono diventati particolarmente attenti. Segnalando gli episodi ai carabinieri fino a quando di martedì, giorno di mercato, la rumena è stata fermata dopo averci provato per l’ennesima volta.

I primi episodi di truffa o tentata truffa si sono verificati alla Fiera dei Santi lo scorso novembre. Colpito il bar “Le Chicche” di corso Mazzini. «La prima volta, la donna è riuscita a truffarci con i 50 euro - racconta la titolare Silvia Xompero – approfittando del locale pieno di gente. Ha appoggiato vicino alla cassa la banconota, per pagare 4,10 euro. Poi ha detto che forse aveva i centesimi e, nella confusione con tanti clienti da seguire, nel momento di ricevere il resto si è ripresa anche i cinquanta euro. Adesso stiamo particolarmente attente».

Così ha fatto anche al bar pasticceria “Al Duomo”, sempre in corso Mazzini, alla caffetteria “Dal Grifo” e al caffè “Nazionale” in piazza Libertà, riuscendo in più occasioni a mettere a segno la truffa.

«Ci ha provato tante volte – raccontano al bar Al Duomo -, l’ultima di recente, a marzo, con 20 euro ma non ci è riuscita. Però era già il terzo episodio dai mesi invernali. Adesso stiamo molto attente, prepariamo il resto ma prima ci facciamo consegnare la banconota. Soprattutto se qualcuno ci prova con 50 euro. Non sappiamo se è sempre la stessa donna, ma ormai abbiamo capito il suo giochetto».

La donna rumena, infatti, sembra avesse anche cambiato colore di capelli, per non farsi riconoscere dai gestori dei locali. «Ci provano anche con i 100 euro, soprattutto nei giorni di mercato o la domenica - spiega Luisa Girardi, responsabile al mattino del caffè Nazionale Golin -. Capita spesso e ci vuole grande attenzion. Per regola prima di dare il resto, noi vogliamo avere in mano la banconota usata per pagare. Perché a volte il trucco cambia, ti danno 20 euro e poi provano a dirti: le avevo dato 50 euro, ha sbagliato a darmi il resto».

Luisa Nicoli

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