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Trovato morto l’anziano scomparso

Ieri pomeriggio il ritrovamento del corpo dell’anziano in un’area di cava di Montecchio. FOTO MASSIGNANLe forze dell’ordine e i vigili del fuoco  sul luogo del ritrovamento
Ieri pomeriggio il ritrovamento del corpo dell’anziano in un’area di cava di Montecchio. FOTO MASSIGNANLe forze dell’ordine e i vigili del fuoco sul luogo del ritrovamento
Ieri pomeriggio il ritrovamento del corpo dell’anziano in un’area di cava di Montecchio. FOTO MASSIGNANLe forze dell’ordine e i vigili del fuoco  sul luogo del ritrovamento
Ieri pomeriggio il ritrovamento del corpo dell’anziano in un’area di cava di Montecchio. FOTO MASSIGNANLe forze dell’ordine e i vigili del fuoco sul luogo del ritrovamento

Le speranze di ritrovare ancora in vita Lino Bertinato, l’anziano di 73 anni scomparso lunedì pomeriggio dopo essere uscito per l’abituale passeggiata, si sono spente ieri pomeriggio alle 14. Quando i vigili del fuoco hanno rinvenuto il corpo dell’uomo nell’area di cava Poscola in territorio di Montecchio Maggiore, al confine con la frazione di Tezze: a circa un chilometro e mezzo, in linea d’aria, dalla sua abitazione situata in via Mure 14/F, nel territorio di Arzignano.

Sono bastati pochi minuti per capire che si trattava dell’anziano che vigili del fuoco del locale distaccamento e carabinieri, insieme alla protezione civile Ana Valchiampo, all’Associazione nazionale carabinieri e alla polizia locale, stavano cercando da giorni.

Si erano mossi elicotteri, unità cinofile, squadra fluviale, ieri mattina anche i sommozzatori, con squadre arrivate da Vicenza e dalla Provincia ma anche da Venezia, Verona, Treviso e Bologna, per cercare Lino Bertinato di cui non c’erano più notizie dalle 15 di lunedì, quando era uscito dalla casa di via Mure, dove viveva con la badante, per la sua passeggiata. Ma le ricerche non avevano dato alcun esito. Fino a ieri.

Il corpo di Bertinato è stato ritrovato all’interno della cava della Egi Zanotto srl di Marano Vicentino, dove vengono estratte sabbia e ghiaia. L’anziano si trovava in una sorta di avvallamento dietro alla grande area di scavo, non visibile quindi dai lavoratori. Era caduto in una specie di terrapieno. Che lo ha nascosto fino a ieri.

Per i rilievi, con i vigili del fuoco che hanno ritrovato il corpo, sono arrivati i carabinieri di Arzignano e del nucleo operativo di Valdagno. E poi la protezione civile, l’associazione nazionale carabinieri, la polizia locale e l’ambulanza del Suem. E i familiari di Lino Bertinato. I fratelli don Giuseppe e Dario, la sorella Luciana, la cognata Roberta, il nipote Diego Schiavo. Che tra le lacrime, e tante domande, hanno atteso di procedere al riconoscimento ufficiale.

«E pensare che lunedì sera, subito dopo la sua scomparsa, siamo passati di qua, intorno l’area di cava» ha raccontato il nipote. La prima ipotesi è che si tratti di caduta e morte accidentale. L’anziano aveva una ferita alla tempia. Dalle prime indicazioni Lino Bertinato potrebbe essere passato da uno dei cancelli, che durante le ore di lavoro, fino alle 18, spesso restano aperti per il passaggio dei camion. Avrebbe camminato lungo l’argine che circonda l’area di scavo e poi sarebbe scivolato giù in un avvallamento retrostante, per almeno 2/3 metri, senza essere più in grado di risalire. I carabinieri hanno acquisito le immagini delle telecamere della cava. «Veniva spesso a camminare qui intorno. Faceva qualche chilometro passeggiando nonostante una lieve forma di Alzhaimer» spiegano i familiari. «La speranza di ritrovarlo vivo era diminuita con il passare delle ore, anche vedendo quante persone lo stavano cercando - dice il fratello don Giuseppe - quando mi hanno avvisato del ritrovamento del corpo stavo passando proprio di fianco alla cava, andando a Tezze per salutare i parenti e ritornare poi a Modena, nella mia parrocchia. Speriamo solo che non abbia sofferto».

In queste ore si sta valutando se procedere con l’autopsia della salma per avere maggiore chiarezza sulle cause e sull’ora del decesso.

Luisa Nicoli

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