<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Trattamento dei fanghi
«Impianto fuori Valle»

Ad Acque del Chiampo il punto sul trattamento fanghi. MASSIGNAN
Ad Acque del Chiampo il punto sul trattamento fanghi. MASSIGNAN
Ad Acque del Chiampo il punto sul trattamento fanghi. MASSIGNAN
Ad Acque del Chiampo il punto sul trattamento fanghi. MASSIGNAN

L’impianto di trattamento fanghi dovrà essere localizzato in un sito esterno rispetto al territorio del Consiglio di Bacino Valle del Chiampo. Lo hanno messo in chiaro le due società che gestiscono il ciclo idrico integrato Acque del Chiampo e Medio Chiampo nell’approvare le linee di indirizzo dell’avviso di manifestazione di interesse, pubblicato ieri nella Gazzetta Ufficiale Unione Europea e presentato nella sede di Acque del Chiampo, destinato ad individuare il partner industriale per la progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto.

TEMA CALDO. Una decisione importante su un tema che ha fatto molto discutere. Ci saranno 60 giorni dalla pubblicazione per la presentazione di proposte da parte degli operatori economici. «Le discariche non sono più disponibili, ne sono già state esaurite nove», ha ricordato il presidente di Acque del Chiampo Renzo Marcigaglia. «E come si dice da tempo serve una soluzione», ha aggiunto il consigliere provinciale delegato all’ambiente Matteo Macilotti, anche se l’industria conciaria in questi anni ha ridotto e di molto la produzione di fanghi: oggi di 24mila tonnellate annue per Acque del Chiampo e di 8mila da Medio Chiampo. L’apertura ad un’opportunità esterna alla Valle del Chiampo arriva non a caso dopo che l’impianto di trattamento di Santa Croce sull’Arno in Toscana ha aperto al conferimento dei fanghi del distretto vicentino dal 26 giugno di quest’anno con decreto autorizzativo della Regione Toscana. «Grazie anche al presidente della sezione concia di Confindustria Bernardo Finco abbiamo avviato una sperimentazione che è stata positiva - ha spiegato il presidente di Medio Chiampo Giuseppe Castaman - S. Croce sull’Arno è l’unico impianto autorizzato in Italia a trattare i fanghi di conceria. Oggi entrambe le società ne conferiscono gran parte a Sogliano in Romagna. Significa che si aprono due opportunità». «Entro il 27 dicembre dovremo presentare al ministero dell’Ambiente il risultato dell’avviso della manifestazione di interesse - ha detto il consigliere delegato di Acque del Chiampo Andrea Pellizzari - è un grande passo in sinergia tra le due società. Speriamo che Toscana ed Emilia Romagna possano partecipare. Gli sviluppi di questi ultimi mesi consentono di allargare il range degli operatori interessati».

LE REAZIONI. «L’obiettivo comune è trovare una soluzione e ridurre i conferimenti in discarica. Io ritengo che la Toscana abbia tutto l’interesse a partecipare alla manifestazione di interesse». Parola del presidente della sezione concia di Confindustria Bernardo Finco. «Ho veicolato quella strada e credo sia la più concreta. Per arrivare ad un range di offerte che diano la soluzione definitiva. Non è necessario smaltire i fanghi qui, dalla Toscana abbiamo ricevuto una risposta positiva, i nostri fanghi sono compatibili con il loro impianto. I parametri nella norma». «Che bisogno abbiamo di un prototipo a questo punto? - ha ribadito il cav. Giancarlo Dani, amministratore delegato conceria Dani spa e in assemblea di Confindustria - in Toscana c’è già, loro per sostenere l’impianto hanno bisogno di smaltire altri fanghi. Potrebbe essere questa la soluzione. E i 10 milioni di euro concessi dall’Accordo di Programma potrebbero servire per potenziare l’impianto di S. Croce». «È uno scenario realistico», la risposta condivisa. Ora si attendono risposte dagli operatori.

CONSIGLIO DI BACINO. Dall’Accordo di Programma per la soluzione fanghi è previsto uno stanziamento di 10 milioni di euro del ministero dell’Ambiente. «Finora ne sono stati trasferiti al Consiglio di Bacino Valchiampo 3 milioni 855 mila euro - ha sottolineato Dino Magnabosco, rappresentante del Consiglio e sindaco di Montebello - era programmato il versamento di una rata annuale di 1 milione 285mila. L’ultima però è stata trasferita nel 2015. Con la manifestazione di interesse quindi chiediamo al Ministero di riprendere il versamento annuale per arrivare ai 10 milioni di euro».

Luisa Nicoli

Suggerimenti