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Tornano le nozze in chiesa
Si sposano i conviventi

La celebrazione di un matrimonio in chiesa. FOTO ARCHIVIO
La celebrazione di un matrimonio in chiesa. FOTO ARCHIVIO
La celebrazione di un matrimonio in chiesa. FOTO ARCHIVIO
La celebrazione di un matrimonio in chiesa. FOTO ARCHIVIO

Ad Arzignano si torna a sposarsi in chiesa. E non sono solo le giovani coppie a farlo, ma anche persone che hanno già avuto un’esperienza di convivenza e che quindi scelgono di pronunciare il fatidico “sì” con il rito religioso davanti ad un sacerdote.

Nel 2016, dati dell’ufficio anagrafe del Comune, i matrimoni sono aumentati, passando dai 50 del 2015 ai 62 del 2016. Un incremento in controtendenza dopo anni di calo: erano 65 nel 2013, diventati 54 nel 2014 e appunto 50 nel 2015. Le cerimonie civili sono stabili invece, 26 nel 2015 e 26 lo scorso anno.

L’incremento, quindi, si registra tutto nei riti religiosi, che erano quelli ad aver risentito di più negli anni passati: dai 24 nel 2015 si passa ai 36 dello scorso anno. Di questi, 18 sono stati celebrati nelle chiese dell’attuale unità pastorale Arzignano Centro, che comprende Ognissanti, Castello e Villaggio Giardino, e altri 18 nelle altre parrocchie, tra cui l’unità pastorale Val Restena.

«C’è un ritorno alla celebrazione del rito religioso per la coppia che abbiamo già registrato con i corsi di preparazione al matrimonio - precisa don Mariano Lovato, arciprete del Duomo -. A fine novembre del 2015 avevamo soltanto 5 coppie di fidanzati, troppo poche per organizzare il corso; e così le abbiamo indirizzate alla parrocchia di Chiampo. Lo scorso anno invece, stesso periodo a novembre, le coppie erano 16 e quindi il corso di preparazione al matrimonio l’abbiamo organizzato a Ognissanti».

sempre” in chiesa è stato ovviamente apprezzato nelle parrocchie. «Difficile analizzare i dati – dice don Giovanni Imbonati dell’unità pastorale Val Restena, che riunisce Costo, Pugnello, Restena e Tezze –. Ci sono realtà molto diverse, noi siamo anche il riferimento della comunità ghanese. La sensazione è che alcuni, dopo un periodo di convivenza, decidano di sposarsi in chiesa».

«Forse si è tornati a riflettere sul significato del matrimonio religioso - continua don Mariano Lovato – c’è stato un momento in cui la moda consigliava di evitarlo, perché si guardava al peggio “e se poi non va bene“ e quindi si rinunciava. Ora invece si pensa al futuro, al dopo. Ad un recupero del matrimonio nella fede e quindi del proprio rapporto con Dio. Una buona parte delle coppie che hanno partecipato al corso di preparazione a fine 2016 viene da una convivenza e ha quindi già vissuto una percorso personale prima di arrivare alla decisione di sposarsi con rito religioso. Hanno rivisto il loro modo di essere e fare famiglia. Forse anche la crisi ha contribuito alla riscoperti di questi valori, forse nelle difficoltà si sente sempre più il bisogno di vivere in maniera più vicina alla chiesa. E così si passa da una fede di tradizione e di riti religiosi ad una fede di convinzione, vivendo un proprio rapporto con Dio. Un rapporto che va al di là del matrimonio ma coinvolge il proprio modo di essere chiesa e fedeli».

Per quanto riguarda i matrimoni civili, nel 2016 su 26 sono stati quattordici di coppie italiane, 10 miste con uno dei coniugi straniero, e 2 tra immigrati. Più o meno come l’anno precedente: su 26 erano 12 tra italiani. Gli altri di coppie miste o stranieri.

Luisa Nicoli

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