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Torna a suonare l’organo dei soldati

L’organo della chiesa del Pugnello è stato completamente restaurato grazie ai fedeli. NICOLIL’intervento è stato curato dalla ditta che lo realizzò nel 1942. NICOLI
L’organo della chiesa del Pugnello è stato completamente restaurato grazie ai fedeli. NICOLIL’intervento è stato curato dalla ditta che lo realizzò nel 1942. NICOLI
L’organo della chiesa del Pugnello è stato completamente restaurato grazie ai fedeli. NICOLIL’intervento è stato curato dalla ditta che lo realizzò nel 1942. NICOLI
L’organo della chiesa del Pugnello è stato completamente restaurato grazie ai fedeli. NICOLIL’intervento è stato curato dalla ditta che lo realizzò nel 1942. NICOLI

Venne commissionato nel 1942 come voto alla Madonna per il ritorno dalla guerra, sani e salvi, di tutti i soldati partiti da Pugnello. Inaugurato e benedetto il 1° aprile del 1944 dall’allora vescovo di Vicenza mons. Carlo Zinato, ora l’organo della parrocchia della frazione di Arzignano è tornato all’antico splendore dopo il restauro della ditta Mascioni di Azzio, provincia di Varese, che lo aveva costruito 75 anni fa. Per celebrare l’evento domani alle 20.30 nella parrocchia di Pugnello ci sarà il concerto del maestro Giovanni Fanton, organista titolare del santuario della Pieve di Chiampo, con il tenore Cristiano Langaro e il soprano Milena Faedo. La parrocchia ha investito 16mila euro per i lavori. «E ancora una volta - precisa mons. Bruno Stenco - ha contribuito anche la comunità». Così com’era accaduto 75 anni fa. Quando l’organo venne commissionato alla ditta Mascioni di Varese e i cittadini di Pugnello raccolsero le risorse necessarie per la costruzione con la vendita delle uova, ma soprattutto dei bachi da seta, coltivazione diffusa nella frazione in cui molti abitanti lavoravano alle “Filande di Arzignano”. «Lo strumento venne portato da Varese a Vicenza con il treno durante la II Guerra Mondiale – racconta Stefano Franco, organista della parrocchia di Pugnello e referente del progetto di restauro - con il timore dei bombardamenti e di conseguenza che non arrivasse a destinazione. Da Vicenza giunse fino a Restena con i camion, ma si fermò sul Ponte Salviati: da lì arrivò a Pugnello con carro e buoi, la strada allora non permetteva il transito di auto e mezzi pesanti, e tutto il paese si mobilitò per aiutare a scaricare l’organo». «Lo strumento è stato costruito dal nonno - raccontano Andrea e Giorgio Mascioni, sesta generazione della storica ditta di organi fondata nel 1829 - è stato un piacere occuparci del restauro di Pugnello, quando riusciamo a recuperare una nostra opera è come un figlio per noi. Ogni strumento infatti è diverso dagli altri, perché è stato equilibrato per l’ambiente che lo ospita. Di ognuno abbiamo i disegni in scala reale, da quando è iniziata la catalogazione a metà dell’Ottocento ne abbiamo registrati 1200, realizzati in Italia e all’estero. Quello di Pugnello, Op. 576, risale come anno di costruzione al 1942. Ma nel periodo bellico era difficile procedere alla consegna, perché le canne di lega di stagno e piombo venivano saccheggiate per costruire le munizioni». Per il restauro dell’organo, a trasmissione elettrica, 18 registri reali, due tastiere manuali da 58 note, ci sono volute tre settimane: intervento di revisione generale, pulitura, accordatura e sostituzione del motore. «Il problema principale è la polvere che si deposita nelle canne e va a soffocarne il suono - concludono Andrea e Giorgio Mascioni - l’organo di Pugnello ne ha 1.246 di diverse misure. Sono state smontate, ripulite e restaurate una ad una. Poi si è proceduto con il ripristino come in originale di altre componenti, realizzate in pelle, che si deteriorano con il tempo. Una volta ristabilita la funzionalità di tutte le parti dello strumento sono state rimontate nella chiesa di Pugnello, dove si è concluso l’intervento con l’accordatura, realizzata da un tecnico specializzato». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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