<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Tagliati i posti a ortopedia
«Colpa del punto nascite»

L’avvio del cantiere all’ospedale di Montecchio. FOTO MASSIGNAN
L’avvio del cantiere all’ospedale di Montecchio. FOTO MASSIGNAN
L’avvio del cantiere all’ospedale di Montecchio. FOTO MASSIGNAN
L’avvio del cantiere all’ospedale di Montecchio. FOTO MASSIGNAN

Causa cantiere del nuovo ospedale di Montecchio Maggiore, e abbattimento di un’ala della struttura esistente, si riducono i posti letto di ortopedia, che passano da 30 a 18. Per un periodo ad oggi non ben definito.

E i sindaci insorgono. Soprattutto i primi cittadini che avevano sottoscritto la lettera inviata al presidente della Regione Luca Zaia per chiedere il rispetto della delibera approvata ad aprile a maggioranza dalla Conferenza dei sindaci dell’Ulss 5 che, per tutelare l’eccellenza di ortopedia, prevedeva di trasferire tale reparto da Montecchio a Valdagno e di costituire un unico punto nascite ad Arzignano, chiudendo quello valdagnese. Scelta che ha provocato la forte reazione della valle dell’Agno e quindi per il momento “congelata”. Almeno fino a gennaio 2017. Così l’Ulss 5, per consentire al cantiere di andare avanti, ha dovuto portare a 18 i posti letto di ortopedia, confermando i 4 di day surgery.

«È una follia ridurre capacità ed efficienza di ortopedia – dice il sindaco di Montecchio Milena Cecchetto – un’eccellenza dell’ospedale. E per cosa? In cambio di un mediocre punto nascite a Valdagno destinato comunque alla chiusura? Le soluzioni alternative c’erano. E si potevano tranquillamente percorrere. Io ero disponibile a far trasferire ortopedia a Valdagno. Così non capisco dov’è il miglioramento dei servizi».

«Capisco che la dirigenza dell’Ulss 5 doveva trovare una strada, stanno lavorando tra mille difficoltà e mi fido di loro – aggiunge il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin – noi rimaniamo fermi alla posizione espressa nella lettera. Pazienti e sanitari di ortopedia dovranno essere salvaguardati».

«La soluzione della Conferenza dei sindaci garantiva il mantenimento dell’eccellenza di ortopedia con la creazione di un punto nascite unico di eccellenza ad Arzignano – aggiunge il sindaco di Chiampo Matteo Macilotti –; spero che ridurre i posti in ortopedia sia solo temporaneo. Rimane l’amaro in bocca. Anche perché quando un reparto viene a ridursi, perde capacità attrattiva che poi è difficile recuperare. Tra l'altro rischia di restare così per quasi 4 anni. Ridurre i posti letto significa anche ridurre lo staff, di fatto smembrare una squadra di lavoro».

«Qui c’è solo una volontà: difendere l’indifendibile – precisa il primo cittadino di Lonigo Luca Restello – e lo dico da sindaco che ha vissuto la chiusura e riconversione del proprio ospedale. Ma dobbiamo guardare la salute dei cittadini, non difendere un punto nascite di Valdagno che non è in grado di assistere bambini e partorienti. Il primario Castaman andrà in pensione? Ma allora lo staff va implementato, non si riduce un eccellenza che funziona. Alla fine si è deciso per ragioni più politiche che mediche, strutturali, di salute e buon senso. La preoccupazione c’è».

«Volevamo tutelare ortopedia – conclude il sindaco di Brendola Renato Ceron – invece la perdita di posti significa perdita di efficienza. La nostra di aprile era una saggia decisione».

Luisa Nicoli

Suggerimenti