Causa cantiere del nuovo ospedale di Montecchio Maggiore, e abbattimento di un’ala della struttura esistente, si riducono i posti letto di ortopedia, che passano da 30 a 18. Per un periodo ad oggi non ben definito.
E i sindaci insorgono. Soprattutto i primi cittadini che avevano sottoscritto la lettera inviata al presidente della Regione Luca Zaia per chiedere il rispetto della delibera approvata ad aprile a maggioranza dalla Conferenza dei sindaci dell’Ulss 5 che, per tutelare l’eccellenza di ortopedia, prevedeva di trasferire tale reparto da Montecchio a Valdagno e di costituire un unico punto nascite ad Arzignano, chiudendo quello valdagnese. Scelta che ha provocato la forte reazione della valle dell’Agno e quindi per il momento “congelata”. Almeno fino a gennaio 2017. Così l’Ulss 5, per consentire al cantiere di andare avanti, ha dovuto portare a 18 i posti letto di ortopedia, confermando i 4 di day surgery.
«È una follia ridurre capacità ed efficienza di ortopedia – dice il sindaco di Montecchio Milena Cecchetto – un’eccellenza dell’ospedale. E per cosa? In cambio di un mediocre punto nascite a Valdagno destinato comunque alla chiusura? Le soluzioni alternative c’erano. E si potevano tranquillamente percorrere. Io ero disponibile a far trasferire ortopedia a Valdagno. Così non capisco dov’è il miglioramento dei servizi».
«Capisco che la dirigenza dell’Ulss 5 doveva trovare una strada, stanno lavorando tra mille difficoltà e mi fido di loro – aggiunge il sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin – noi rimaniamo fermi alla posizione espressa nella lettera. Pazienti e sanitari di ortopedia dovranno essere salvaguardati».
«La soluzione della Conferenza dei sindaci garantiva il mantenimento dell’eccellenza di ortopedia con la creazione di un punto nascite unico di eccellenza ad Arzignano – aggiunge il sindaco di Chiampo Matteo Macilotti –; spero che ridurre i posti in ortopedia sia solo temporaneo. Rimane l’amaro in bocca. Anche perché quando un reparto viene a ridursi, perde capacità attrattiva che poi è difficile recuperare. Tra l'altro rischia di restare così per quasi 4 anni. Ridurre i posti letto significa anche ridurre lo staff, di fatto smembrare una squadra di lavoro».
«Qui c’è solo una volontà: difendere l’indifendibile – precisa il primo cittadino di Lonigo Luca Restello – e lo dico da sindaco che ha vissuto la chiusura e riconversione del proprio ospedale. Ma dobbiamo guardare la salute dei cittadini, non difendere un punto nascite di Valdagno che non è in grado di assistere bambini e partorienti. Il primario Castaman andrà in pensione? Ma allora lo staff va implementato, non si riduce un eccellenza che funziona. Alla fine si è deciso per ragioni più politiche che mediche, strutturali, di salute e buon senso. La preoccupazione c’è».
«Volevamo tutelare ortopedia – conclude il sindaco di Brendola Renato Ceron – invece la perdita di posti significa perdita di efficienza. La nostra di aprile era una saggia decisione».