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«Soldi Pfas, è ripicca politica»

Attesi gli 80 milioni di euro per i lavori all’acquedotto. ARCHIVIO
Attesi gli 80 milioni di euro per i lavori all’acquedotto. ARCHIVIO
Attesi gli 80 milioni di euro per i lavori all’acquedotto. ARCHIVIO
Attesi gli 80 milioni di euro per i lavori all’acquedotto. ARCHIVIO

Passano i giorni, ma il piatto continua a piangere. Ancora troppa incertezza, secondo il presidente del Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, Giorgio Gentilin, sugli 80 milioni attesi dal Governo per realizzare un nuovo sistema di rete idrica che garantisca l’approvvigionamento da fonti alternative a quelle contaminate da Pfas. Un maxi progetto che dovrebbe mettere la parola fine all’emergenza. Maxi come l’investimento, per il quale si attendono intanto 80 milioni da Roma. Sul ring da tempo Regione e Governo, la prima spinge, la seconda rassicura, ma chiede anche ulteriori carte e i giorni passano. Il presidente Gentilin torna dunque sul tema, lancia in resta. «Ho purtroppo il sospetto - spiega - che i rallentamenti siano di natura squisitamente politica e non tecnica. La natura politica è una non celata contrapposizione fra un Veneto che recentemente si è espresso con netto “sì” per l’autonomia e il governo centrale. Rischiamo quindi di pagare questa contrapposizione, sulla scorta del leit-motiv per cui siamo considerati ricchi e capaci quindi di autofinanziarci interventi anche di natura strutturale come quello in questione».

La presa di posizione chiama in causa il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. «Galletti - dichiara Gentilin - poi ripreso dall’assessore regionale Bottaccin, ha ribadito di aver stanziato per i nuovi acquedotti 80 milioni di euro. Ma sappiamo anche, come ricordato dal direttore generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del ministero dell’Ambiente, dottoressa Checcucci, che la tempistica per la disponibilità delle risorse dipende dal ministero dell’Economia e delle Finanze, trattandosi di un fondo pluriennale. Durante un successivo incontro con le mamme No-Pfas il ministro ha anche dichiarato che gli 80 milioni sono fermi perché “mancano le carte” da parte della Regione. La Regione ha ribadito di aver inviato la documentazione completa corredata da una corposa relazione tecnica, contenente anche gli elaborati grafici, che descrive gli interventi, per la precisione 19, individuando per ognuno descrizione, lunghezza, diametro, portata, costi, tempi, priorità». «Abbiamo l’impressione - rincara - che si tergiversi e che sulla questione si stia giocando un confronto politico innescato dal governo, da qui deriva il nostro timore che l’iter di abbattimento dei Pfas rischi di allungarsi causando un serio problema, poiché la Regione è già pronta, attraverso Veneto Acque e i gestori dei consigli di bacino del Medio e Basso Veneto, a partire con i vari interventi».

La richiesta è sempre la solita: certezza di ottenere quegli 80 milioni, «prima tranche di 225, finalizzati al risanamento del Medio e Basso Veneto. Noi siamo pronti, con il 2018, a partire con i lavori». «È certo - conclude - che non possiamo imporre nuove tasse locali e che serva l’intervento dello Stato anche perché Pfoa e Pfas ci sono in tutta Italia. Mi auguro che sulla scia della serietà dei nostri gestori, basti citare Acque del Chiampo e il suo operato apprezzato anche a livello regionale, che il governo faccia responsabilmente la sua parte. Molti degli interventi sono previsti anche nei Piani d’ambito dei gestori. Vogliamo certezze».

Alessia Zorzan

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