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Sentinelle sul Guà
Quei pescatori
che salvano i pesci

La liberazione di avannotti in un’immagine di repertorioI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia ProvincialeI volontari al lavoro durante un’operazione di recuperoI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia Provinciale
La liberazione di avannotti in un’immagine di repertorioI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia ProvincialeI volontari al lavoro durante un’operazione di recuperoI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia Provinciale
La liberazione di avannotti in un’immagine di repertorioI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia ProvincialeI volontari al lavoro durante un’operazione di recuperoI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia Provinciale
La liberazione di avannotti in un’immagine di repertorioI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia ProvincialeI volontari al lavoro durante un’operazione di recuperoI volontari del bacino Agno Chiampo operano in collaborazione con la Polizia Provinciale

Caldo record, poche piogge e corsi d’acqua sempre più in secca a causa della siccità con forte rischio di sopravvivenza per la fauna ittica. Ed il lavoro per i volontari del Bacino Agno-Chiampo, che nonostante abbiano in gestione solo i tronconi a nord dei due torrenti, non manca. Sempre pronti a rispondere agli appelli della polizia provinciale, o a lanciare l’allarme per primi, portare in salvo pesci destinati a restare senza acqua anche nelle zone non di loro competenza.

Già due i recuperi effettuati nelle ultime settimane, entrambi sul Guà, e un terzo si profila all’orizzonte nei prossimi giorni. L’ultimo in ordine di tempo all’altezza del ponte di Tezze di Arzignano, in prossimità dell’Ethiopia in via Calpeda, ha permesso di recuperare circa 2 quintali di cavedani. Un intervento effettuato in extremis e solo grazie al fatto che i volontari stavano monitorando la situazione. «C’è stato un prelievo d’acqua e i ciprinidi sono andati in sofferenza – raccontano il presidente Ampelio Nardi e i vice Stefano Peretti e Silvano Urbani -. La tempestività delle operazioni, effettuate sotto la vigilanza della polizia provinciale, è stata fondamentale. È infatti mancato il preavviso, che di solito c’è. I pescatori non sono contrari alle opere pubbliche e ai lavori per la messa in sicurezza idrogeologica, chiediamo solo più collaborazione: non ha costi ma permette di programmare e ottimizzare le operazioni di salvataggio».

Il recupero precedente è stato effettuato un po’ più a sud, all’altezza della discarica del Costo. Prossimamente invece si ritorna poco sopra il ponte delle Tezze. «Qui le pozze d’acqua sono alimentate da una risorgiva che si sta esaurendo. Siamo pronti a intervenire in caso di necessità».

I volontari del Bacino Agno-Chiampo operano con due mezzi con vasche ossigenate. «La cattura dei pesci avviene utilizzando uno storditore elettrico. Un metodo che utilizziamo come ultima risorsa, quando non si può far altro. La “scossa” non è salutare per alcun pesce».

I tesserati per Bacino Agno-Chiampo, costituito nel 2000, sono circa 700. «Un numero che è tornato a salire dopo il calo degli scorsi anni. La nostra quota annuale è la più bassa dei cinque ambiti dati in concessione dalla Provincia. Con il ricavato provvediamo annualmente al ripopolamento dei due torrenti con 14 lanci di trote pronta cattura e la semina di 120 mila avannotti a giugno e di circa 600 chili di novellame a pesca chiusa. Ma siamo attivi anche per la pulizia delle sponde dei corsi d’acqua».

I tratti di competenza, affluenti compresi, vanno per l’Agno da Ponte dei Nori a Valdagno a monte, per il Chiampo dal ponte della Stazione di Chiampo a nord.

Le specie ittiche presenti sono la trota fario, la trota iridea (presente solo nei manufatti industriali come le rogge), la sanguinerola, i barbi canini, gli scazzoni ed alcuni esemplari di gambero di fiume.

Grazie ad un contributo da parte della Regione, il Bacino Agno-Chiampo sta eseguendo un monitoraggio sulla presenza del Barbo Canino e dello Scazzone, il primo presente principalmente nell’Agno, il secondo nel Chiampo, che sembravano a rischio scomparsa.

Giorgio Zordan

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