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Prete arrestato per pedofilia «Sconvolgente»

Il sacerdote è stato arrestato dai carabinieri di Catania su delega della Procura distrettuale. ARCHIVIO
Il sacerdote è stato arrestato dai carabinieri di Catania su delega della Procura distrettuale. ARCHIVIO
Il sacerdote è stato arrestato dai carabinieri di Catania su delega della Procura distrettuale. ARCHIVIO
Il sacerdote è stato arrestato dai carabinieri di Catania su delega della Procura distrettuale. ARCHIVIO

Alessia Zorzan «Non lo sapevo, me lo sta dicendo lei ora. Una notizia sconvolgente». E dal tono della voce traspare in effetti il colpo subìto. Ieri, all’ora di pranzo, la notizia dell’arresto per abusi sessuali di padre Pio Guidolin, trevigiano di origine, ma da anni in servizio (ora sospeso) nella chiesa Santa Croce del villaggio Sant’Agata, a Catania, non era ancora arrivata a don Giovanni Imbonati, in servizio dal 2008 nella parrocchia di Tezze Sant’Agata Vergine e Martire e ora all’unità pastorale di Monticello, Cavazzale e Vigardolo. Le strade dei due religiosi si sono incrociate un paio di volte negli ultimi anni per la devozione per Sant’Agata, patrona della parrocchia di don Pio Guidolin, in Sicilia, ma celebrata anche nella frazione arzignanese con una processione che si ripete da 600 anni. Un filo conduttore che aveva fatto scattare, nel 2014, una sorta di gemellaggio. Un gruppo di ragazzi arzignanesi era stato invitato a partecipare ad un campo estivo in Sicilia, accompagnato da don Giovanni, assieme ai ragazzi di don Guidolin. Una settimana di attività ed escursioni. Due anni fa, un nuovo incontro, quando don Guidolin, tornando a Treviso, aveva deviato per Tezze per un saluto. In quell’occasione aveva concelebrato l’Eucarestia, cenato e poi era ripartito. L’accusa che ora pende sulla testa del religioso trevigiano è un macigno: violenza sessuale aggravata su ragazzini sotto i 14 anni. I carabinieri di Catania, su delega della Procura distrettuale, hanno eseguito nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso che dal 2014 il sacerdote, sfruttando il suo ruolo e approfittando della condizione di particolare fragilità di diversi ragazzini di età minore dei 14 anni, li avrebbe costretti a subire e compiere atti sessuali. Secondo l’accusa, don Pio sarebbe arrivato anche a cospargerli con l’olio santo, spacciando quegli atti come “purificatori”, in grado di lenire le loro sofferenze interiori. Nel corso delle indagini è emerso anche che don Guidolin, per far desistere i genitori dei minori determinati a denunciare i fatti, avrebbe minacciato di far intervenire la criminalità organizzata. Don Giovanni ribadisce la sporadicità dei contatti avuti con don Guidolin e spiega come nelle poche occasioni di incontro, niente aveva fatto pensare allo squallido scenario emerso dalle indagini. «Siamo stati in Sicilia alcuni anni fa - spiega don Giovanni - abbiamo partecipato alle attività estive con sei o sette ragazzi dei gruppi parrocchiali di Tezze, avevano 17-18 anni. Due anni fa è venuto una volta a salutare, poi non ho più avuto contatti, non ho nemmeno più il numero di telefono. In Sicilia abbiamo seguito le attività del centro estivo e basta, assieme ai ragazzi della sua parrocchia. Abbiamo visto Taormina, il parco dei Nebrodi, Catania. I ragazzi dormivano in una tenda, le ragazze in due appartamenti. C’era un’accoglienza da parte dei volontari». «È una notizia che sconvolge e mi coglie di sorpresa - aggiunge - l’avevo conosciuto come una persona molto attiva e fantasiosa nella gestione delle attività, ma la conoscenza si è limitata a questo». «Ci aveva contattati lui, dicendo che era parroco di questa chiesa nel quartiere di Sant’Agata e proponendoci un gemellaggio, come aveva fatto in altre parti d’Italia». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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