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Pfas, nuovi confini Altri 5 comuni in zona arancione

Si allarga la zona che dovrà essere sottoposta a monitoraggi e controlli sui residenti. ARCHIVIO
Si allarga la zona che dovrà essere sottoposta a monitoraggi e controlli sui residenti. ARCHIVIO
Si allarga la zona che dovrà essere sottoposta a monitoraggi e controlli sui residenti. ARCHIVIO
Si allarga la zona che dovrà essere sottoposta a monitoraggi e controlli sui residenti. ARCHIVIO

Arzignano confine est, zona Canove Inferiore, dovrebbe entrare nella cosiddetta “area arancione” definita dalla Regione Veneto per gli ambiti comunali dove sono stati rilevati superamenti di pfas dalle prese d’acqua autonome che sono state censite. Un cambio di “colorazione” per una parte della città che aumenterebbe di conseguenza l’attenzione in merito alla questione perfluori alchilici ovvero ulteriore abbattimento dei parametri nell’acqua e coinvolgimento nei biomonitoraggi e nella sorveglianza sanitaria per i cittadini. Lo ha anticipato in consiglio comunale il sindaco Giorgio Gentilin, rispondendo ad un’interrogazione delle liste “Peretti Sindaco” e “Pd per Arzignano” che chiedevano al Comune di fare richiesta in Regione perché la città possa rientrare in “area rossa”, quindi zona oggetto dei biomonitoraggi e di attivarsi, perché non siano applicati aumenti di tariffa sulla bolletta dei cittadini a causa della contaminazione da pfas. «Da presidente del Consiglio di Bacino ho partecipato a gennaio a due riunioni del gruppo di lavoro intersettoriale regionale – ha spiegato Gentilin – dove ho espresso la preoccupazione di Arzignano, chiedendo di valutare la possibilità di estendere il biomonitoraggio anche qui e a Montecchio, e di individuare le fasce da sottoporre a prelievi e analisi. Acque del Chiampo ha trasmesso a Regione e Arpav un aggiornamento dei dati del monitoraggio sull’acquedotto che serve Arzignano e Montecchio e l’aggiornamento dei risultati delle analisi effettuate sui pozzi privati. Il 6 aprile quindi la Direzione prevenzione sicurezza alimentare, veterinaria della Regione Veneto ha anticipato alla Direzione assetto idrico integrato e tutela delle acque le nuove delimitazioni possibili per le zone rossa e arancione. In quest’ultima rientrerà anche parte di Arzignano e dalle prime indicazioni anche una frazione minima di Arcugnano, Gambellara, Monteviale e S. Bonifacio. Spetta ora alla giunta regionale adottare una nuova delibera con i confini precisi». Sui possibili aumenti di tariffa legati alle spese di Acque del Chiampo per la questione perfluori ha quindi precisato. «Le tariffe di Acque del Chiampo vengono approvate dall’Autorità e nei modelli di calcolo vanno introdotti i costi di investimento e di gestione legati alla contaminazione da pfas. La società nel marzo 2016 ha avanzato formale richiesta di risarcimento dei danni subiti e del ristoro delle spese sostenute alla Miteni di Trissino». La realizzazione dell’impianto di filtraggio alle prese dell’acquedotto di Canove verrà finanziata con la tariffa. L’investimento previsto per Acque del Chiampo è di 3 milioni 645 mila euro: 2 milioni 482 mila euro di lavori di cui 1 milione 200 mila per l’impianto di disinfezione e filtrazione ai carboni attivi. «Affidamento, progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori e coordinamento della sicurezza sono previsti entro settembre – ha spiegato il sindaco Gentilin rispondendo all’interrogazione della lista “Un’Altra Arzignano - per un progetto che si inserisce in una più articolata serie di interventi per garantire il collegamento della rete idrica di Montorso con i serbatoi di Canove e Poiaracca di Arzignano». Il progetto di fattibilità tecnico ed economico era stato approvato a dicembre 2017 dal cda di Acque del Chiampo. «Sulla base dell’esperienza maturata con interventi simili che necessitano di autorizzazioni e nulla osta, oltre che dell’acquisizione dei terreni – ha concluso Gentilin - si prevede di concludere l’iter con tempi di almeno due anni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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