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Paolini: «Sono già all’inferno»

L’attore e regista Marco Paolini ha mantenuto un solo spettacolo
L’attore e regista Marco Paolini ha mantenuto un solo spettacolo
L’attore e regista Marco Paolini ha mantenuto un solo spettacolo
L’attore e regista Marco Paolini ha mantenuto un solo spettacolo

È un Marco Paolini «vulnerabile», quasi assente, con una tosse insistente, che si sente «già all’inferno», quello impegnato sulla cima del Monte Tomba, nel Trevigiano, per il reading Senza vincitori, né vinti, proposto ieri sera e stasera con Simone Cristicchi per ricordare la tragedia della Grande Guerra recitando il testo di Mario Rigoni Stern e Francesco Niccolini. Si tratta dell’unico appuntamento confermato tra le numerose date estive cancellate dall’attore subito dopo il tragico incidente lungo l’autostrada A4, a Verona, lo scorso 17 luglio, quando ha tamponato la Fiat 500 con a bordo Alessandra Lighezzolo, commerciante di 52 anni di Arzignano, deceduta dopo aver lottato per la vita all’ospedale Borgo Trento, e l’amica Anna Tovo di Montecchio Maggiore, rimasta ferita. L’attore e registra bellunese, che sin da subito attraverso il suo produttore Federico Bonsembiante, aveva fatto sapere di essere «devastato dal dolore e di non essere in grado di parlare», ha scelto finora di restare in silenzio, nel rispetto dei famigliari di Alessandra, figura nota e molto apprezzata in città sia per la sua attività in centro, sia per il suo impegno nel vivacizzare il centro. Avvicinato dal giornalista Giampaolo Visetti di Repubblica, alla fine Paolini si è lasciato comunque andare ad alcune riflessioni sulla tragedia «per coraggio e disperazione», come dice al quotidiano nazionale. Sempre cercando di non andare oltre, sempre con rispetto e pudore. «Adesso - si legge nell’intervista di Repubblica - qualsiasi cosa che non sia il silenzio è inaccettabile. Lo devo ai familiari di Alessandra Lighezzolo e lo devo a me stesso. Anche svegliarmi, dopo la tragedia, mi risulta eccessivo e volgare». Paolini, dopo il decesso della 52enne, che ha lasciato il marito Massimo Meggiolaro e i due figli Edoardo e Guglielmo, è indagato per omicidio stradale. Da subito ha dimostrato massima collaborazione, assumendosi la responsabilità dell’incidente, dovuto ad un momento di distrazione a causa di una crisi di colpi di tosse, come ha spiegato lo stesso attore alle forze dell’ordine. Dell’incidente, nello specifico, cerca però di non parlare. «Non voglio dire nemmeno una parola su un fatto che colpisce tante persone - continua nell’intervista Paolini - Ho questa tosse maledetta da mesi, non passa, mi tormenta. Tossisco e adesso penso che ogni colpo sia come una fucilata». Paolini e la sua famiglia avevano già fatto giungere un messaggio alla famiglia di Alessandra Lighezzolo attraverso un necrologio, dove esprimevano “cordoglio e rispetto del vostro dolore per la perdita di Alessandra. A lei, solo a lei vadano i pensieri di tutti in questo giorno. Così sia, silenziosamente, anche per i nostri”. La decisione di mantenere in calendario la data di “Senza vincitori, né vinti” è legata ad un senso di responsabilità. «Sono qui - spiega ancora Paolini al giornalista Visetti - nel momento più difficile solo per onorare personalmente milioni di ragazzi europei mandati al macello un secolo fa. Non dirò nulla su di me, su quanto mi è successo. Spero che tutti comprendano il prezzo che pago per rispettare l’impegno preso con tutte le persone coinvolte in questo momento di raccoglimento civile». E ancora «So profondamente cosa è successo e che nulla sarà come prima». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessia Zorzan

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