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Occupazione in crescita «La concia fa da traino»

Migliora la situazione occupazionale per il settore della concia
Migliora la situazione occupazionale per il settore della concia
Migliora la situazione occupazionale per il settore della concia
Migliora la situazione occupazionale per il settore della concia

Posti di lavoro che hanno raggiunto lo stesso livello dell’inizio della crisi e la concia che resta il settore traino a Vicenza. Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Veneto Lavoro sulle dinamiche del mercato del lavoro e sui livelli occupazionali in regione presentata nel convengo “Lavoro e lavori. Crescita, crisi e trasformazioni” organizzato dal Partito democratico a Villa Brusarosco ad Arzignano. «Nel 2008 il Veneto ha avuto il più alto numero di lavoratori con contratto di lavoro dipendente - ha spiegato Bruno Anastasia dell’Osservatorio -. Da allora l’occupazione è calata di continuo fino al 2014. Negli anni successivi c’è stata invece una lenta ripresa delle assunzioni che quest’anno è arrivata a superare di poco i livelli pre-crisi». Nel Vicentino la crescita è stata altrettanto significativa anche se sta raggiungendo soltanto in questi ultimi mesi gli stessi livelli e presenta equilibri settoriali differenti. Il principale motore di sviluppo sono stati i servizi mentre nell’industria si distingue la concia che ha assorbito, ancora nel 2015, i livelli del 2008, anticipando la tendenza. E ancora, l’analisi ha messo in evidenza come la tipologia del contratto di lavoro dipendente sia salita nel periodo degli incentivi dovuti alla decontribuzione per arrestarsi appena dopo la loro cessazione, mentre il contratto a termine è salito fino al 17 percento del totale delle assunzioni quale effetto per lo più legato alla trasformazione della somministrazione e alla soppressione dei voucher. In controtendenza, la situazione della Magneti Motori di Arzignano dove è stata annunciata una riorganizzazione, con possibili esuberi. «La Marelli per la Valchiampo è più di un’azienda - ha detto Stefano Fracasso, capogruppo Pd in Consiglio regionale, e di Chiara Luisetto, segretario provinciale Pd - e le istituzioni locali e regionali devono far sentire che rappresenta un valore per il territorio, chiedendo all’azienda quali sono le reali intenzioni e se quello che sta succedendo è per rilanciarla o se è legato al fondo d’investimento che l’ha rilevata e per il quale il nostro territorio può non essere un valore». «Occorre prima la salvaguardia dei posti in Marelli e poi un piano di rilancio, altrimenti si rinvia soltanto il problema come successo anni fa - ha affermato Raffaele Consiglio, segretario provinciale della Cisl -. Vogliamo capire qual è il progetto industriale. Il fatto che la Marelli sia proprietà di un fondo che ha investito per rivendere complica le cose perché temiamo possa mirare soltanto a realizzare una plusvalenza a scapito dell’azienda e dei lavoratori». La discussione sul lavoro ha abbracciato il tema degli infortuni e della formazione per la creazione della cultura della sicurezza alla luce dell’ultimo grave infortunio in un’acciaieria padovana per il quale all’inizio dell’incontro è stato osservato un minuto di silenzio, ricordando che solo a Vicenza nei primi mesi dell’anno i morti sono stati 3 dei 29 in Veneto. «La vita umana va tutelata prima dei redditi», ha dichiarato Giampaolo Zanni, segretario provinciale Cgil. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Guarda

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