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Nuovo piano in Marelli «Avviata la trattativa»

In vista una riorganizzazione della produzione alla Marelli Motori
In vista una riorganizzazione della produzione alla Marelli Motori
In vista una riorganizzazione della produzione alla Marelli Motori
In vista una riorganizzazione della produzione alla Marelli Motori

Vertenza aperta tra i sindacati e la Marelli Motori di Arzignano dopo la comunicazione dell’azienda, della scorsa settimana, sulla possibilità di esuberi per lo stabilimento di via Sabbionara in città. Lunedì c’è stato un lungo confronto, presenti Carlo Biasin, segretario provinciale Uilm Uil, Maurizio Ferron, segretario generale Fiom Cgil e Stefano Chemello, segretario generale di Fim Cisl, che con le Rsu hanno incontrato la direzione della Marelli Motori, tra cui i responsabili della produzione e delle risorse umane. «Per avere chiarezza - spiegano le organizzazioni sindacali - sul futuro dell’azienda. Perché la strada non deve essere quella dei licenziamenti». La scorsa settimana si era parlato di esuberi per un numero tra i 50 e i 150 dipendenti - sono circa 600 i lavoratori allo stabilimento arzignanese - ma in realtà è stata solo un’ipotesi. Non confermata. Anzi, di numeri in questo senso lunedì non si è proprio parlato. A sindacati e Rsu è stato illustrato il piano industriale della Marelli Motori per i prossimi tre anni e quindi quadro attuale, strategie e investimenti e i cambiamenti nella produzione ad Arzignano e nello stabilimento in Malesia, che conta 350 lavoratori. Il Gruppo Marelli Motori è leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine elettriche rotanti, motori e generatori, per applicazione nei settori della power generation, industriale manifatturiero, marino, oil&gas e idroelettrico. E sarebbero proprio i settori marino e oil&gas quelli ad aver risentito maggiormente della crisi. «Il piano industriale prevede di incrementare la produzione in Malesia, per il mercato asiatico che è in crescita, di prodotti standardizzati - spiega Ferron, Fiom Cgil - questo consentirebbe meno costi e più competitività. Il mercato europeo invece è stagnante. Ad Arzignano verrebbe garantita la produzione più personalizzata di motori e generatori particolari e di grandi dimensioni. Nel piano aziendale, è prevista una revisione del sistema organizzativo interno per migliorare l’efficienza produttiva che potrebbe portare ad esuberi ma numeri e modalità non c’è nulla di definito. Abbiamo chiesto una valorizzazione dello stabilimento, non una riduzione del perimetro di attività». Oggi le assemblee con i lavoratori, poi un nuovo incontro con l’azienda. «Un calo produttivo c’è e quindi l’azienda dovrà spostare la produzione più standardizzata in Malesia - aggiunge Biasin, Uilm Uil - ma dal piano industriale ci sono investimenti per diversi milioni di euro già deliberati sullo stabilimento di Arzignano tra ricerca, sviluppo, nuovi prodotti, per cui è previsto un recupero di efficienza e produttività, e quindi di mercato, già da quest’anno, con la produzione di motori e alternatori di alta gamma. Nell’eventualità di conseguenze sul personale si tratterebbe quindi di gestire un periodo di transizione, in vista della ripresa, cercando difendere il livello occupazionale. La “testa” dell’azienda resterà comunque ad Arzignano, anche in termini di controllo e progettazione». Dalla Marelli Motori poche parole. «L’azienda conferma che è iniziato un confronto con organizzazioni sindacali e Rsu atto a verificare la coerenza tra capacità produttive installate ed esigenze del mercato, sia attuali che in visione prospettica. Non appena saremo giunti a delle conclusioni, l’azienda comunicherà i risultati del confronto». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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