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«Non toccava a lui demolire il muro»

La salma di Filippo Campagnolo trasportata mertedì sera.  MASSIGNAN
La salma di Filippo Campagnolo trasportata mertedì sera. MASSIGNAN
La salma di Filippo Campagnolo trasportata mertedì sera.  MASSIGNAN
La salma di Filippo Campagnolo trasportata mertedì sera. MASSIGNAN

Non avrebbe dovuto occuparsi della demolizione del muro, non era quello il suo compito, non era un muratore. È quanto è emerso il giorno dopo l'incidente mortale sul lavoro avvenuto nel seminterrato del condominio di via Dal Molin 10, dove martedì verso le 18 ha perso la vita il 23enne trevigiano Filippo Campagnolo, schiacciato dal crollo della parete che stava cercando di abbattere con il martello pneumatico.

Secondo quanto avrebbe riferito ai tecnici dello Spisal dell'Ulss 5 il titolare del- l'azienda di cui la giovane vittima era dipendente, la Agnolin Impianti di Filippo Agnolin, che ha sede in via dell'Industria 23 a Marostica, Campagnolo avrebbe dovuto fare altro. Il suo compito sarebbe stato circoscritto soltanto allo scarico di alcune tubazioni e nell'apprestarle in modo da farle trovare pronte per poter essere utilizzate appena serviva. Non avrebbe perciò dovuto occuparsi dell'esecuzione delle opere edili. La sua mansione era di impiantista e delle demolizioni si sarebbe dovuto occupare il titolare o altri di cui doveva attendere l'arrivo in cantiere.

Resta quindi da capire perché il giovane si sia messo a demolire un'area di due metri per due del muro in mattoni e cemento spesso una trentina di centimetri che gli è rovinato addosso. Stava eseguendo il lavoro alla base dopo aver solcato il perimetro sugli altri lati quando il muro gli è improvvisamente crollato addosso schiacciandolo a terra per la metà superiore del corpo.

Inutili i soccorsi del Suem e dei vigili del fuoco. L’altro pomeriggio sono intervenuti anche polizia locale e carabinieri che hanno sequestrato l'area dov’è giunto anche il sindaco Giorgio Gentilin per un sopralluogo ripetuto pure ieri mattina: «Non traggo conclusioni da quello che ho potuto vedere ma mi auguro di avere al più presto spiegazioni», ha fatto sapere il sindaco. Intanto, il pm Barbara De Munari ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e concesso il nulla osta per la sepoltura. Nei prossimi giorni ci saranno le iscrizioni degli indagati, dovrebbero essere almeno tre, quando il fascicolo sarà preso in carico dai colleghi del pool infortuni sul lavoro. Il sequestro penale farà slittare le verifiche amministrative dell’Ufficio tecnico che deve compiere gli accertamenti sulla natura degli interventi edilizi in corso per capire se i lavori all'impianto di condizionamento dell'aria hanno interessato parti strutturali dell'edificio, e quindi dovevano essere autorizzati. Ma questi sono aspetti secondari rispetto all’accertamento delle eventuali responsabilità penali. Non è poi chiaro se il muro risalente agli anni Settanta e di proprietà di un’immobiliare di Novara è stato reso meno forte dall'umidità per le infiltrazioni d'acqua.

Matteo Guarda

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