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«Minacce e offese in aula» Prof segnalato in procura

Una classe vuota nella zona della Valchiampo. FOTO ARCHIVIO
Una classe vuota nella zona della Valchiampo. FOTO ARCHIVIO
Una classe vuota nella zona della Valchiampo. FOTO ARCHIVIO
Una classe vuota nella zona della Valchiampo. FOTO ARCHIVIO

Eugenio Marzotto La frase più leggera che avrebbe urlato in classe sarebbe stata: «Morite, bastardi ve la farò pagare». E ancora: «Impiccatevi, suicidatevi, se fossi dio vi vomiterei addosso». Ma in quelle lezioni, agli alunni di quattro seconde di una scuola media della Valchiampo, avrebbe detto anche: «La pagherete tutti con interrogazioni e voti bassi, tanto la dirigente non farà nulla contro di me». Alle frasi ed epiteti più spinti il prof avrebbe alternato anche spintoni ai ragazzi e lanci di banco. Sono alcuni dei passaggi, i più soft per la verità, di una lunga relazione arrivata in procura sotto forma di segnalazione, scritta dopo un’assemblea tra una quarantina di genitori. Racconti e testimonianze raccolte dal personale extra scolastico e indirizzati alla procura. Un problema segnalato più volte alla direttrice scolastica e al collegio docenti ma l’insegnante al centro delle proteste vibranti, avrebbe continuato ad insegnare con metodi violenti. I verbali in realtà sono due, il secondo per il contenuto raccolto, forse ancora più grave. A metà febbraio, il presidente del consiglio d’istituto spiega ad uno degli educatori della scuola, che il professore dopo aver descritto la strage avvenuta in Florida il 14 febbraio (un ex studente fece fuoco sugli allievi uccidendo 17 persone ndr) avrebbe aggiunto che lui a casa possiede un fucile: «Non si sa mai che la stessa cosa accada in questa scuola», avrebbe detto ai ragazzi attoniti e non contento - secondo le testimonianze - avrebbe deciso di far rivedere per la seconda volta il film horror “IT” peraltro vietato ai minori di 14 anni. «Una situazione allucinante», è lo sfogo di molti genitori, alcuni dei quali hanno deciso di firmare la segnalazione alla procura. Tanto più che i metodi dell’insegnante erano noti da tempo. Talmente noti che tra febbraio e marzo, dopo le prime segnalazioni, nella scuola media sono giunti gli ispettori dell’ufficio scolastico regionale. Intervistano alcuni genitori e insegnanti, ascoltano la preside. Viene confermata la sostanza delle accuse, ma il professore torna in classe. Adesso i genitori con l’ausilio di alcuni esperti vogliono andare fino in fondo, nonostante l’anno scolastico sia agli sgoccioli. Una battaglia giunta anche sul tavolo romano del ministero dell’Istruzione che in questi giorni ha ricevuto una lettera in cui si descrivono gli ultimi mesi vissuti nel terrore dagli studenti. Il testo inviato parla chiaramente di minacce e maltrattamenti e di continui turpiloqui dentro e fuori dalle classi. Una situazione esplosiva secondo i consulenti chiamati nelle scuole ad affrontare situazioni di disagio, situazione che sarebbe nota fin dall’anno scorso, come riporta il comitato genitori. Quel che è certo è che tutti i ragazzi hanno raccontato a casa di come l’insegnante teneva le lezioni e quanta ansia avrebbe provocato, in alcuni casi una vera e propria violenza psicologica. Ufficio regionale, procura e ministero a questo punto dovranno capire la fondatezza delle pesanti accuse nei confronti di un insegnante, e sulla carta, educatore. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Eugenio Marzotto

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