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«Le priorità sono il gassificatore e i Pfas»

Nominato il nuovo consiglio di amministrazione della società partecipata Acque del Chiampo. MASSIGNAN
Nominato il nuovo consiglio di amministrazione della società partecipata Acque del Chiampo. MASSIGNAN
Nominato il nuovo consiglio di amministrazione della società partecipata Acque del Chiampo. MASSIGNAN
Nominato il nuovo consiglio di amministrazione della società partecipata Acque del Chiampo. MASSIGNAN

Prima riunione lunedì sera ad Arzignano per il nuovo consiglio di amministrazione di Acque del Chiampo, società di gestione del servizio idrico integrato per i 10 comuni della Valchiampo. L’assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio 2016 chiuso con un avanzo di oltre 4 milioni e un valore della produzione di 46 milioni 842 mila euro. Il Cda ha poi nominato Renzo Marcigaglia presidente e Andrea Pellizzari consigliere delegato, in un organo collegiale a cinque con Anna Bertazzoni, mantovana, manager di un gruppo industriale, Vania Molon commercialista di Arzignano e l’avvocato di Chiampo Luisa Nardi.

INDUSTRIALI. Al nuovo Cda il mondo industriale della concia e i componenti della consulta utenti di Acque del Chiampo, che si sono ritrovati ieri a Milano in assemblea Unic, chiedono attenzione e disponibilità al confronto per arrivare alla risoluzione di problemi da tempo sul tavolo. «Hanno scelto due figure di lungo corso - afferma Bernardo Finco, presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza - che conoscono la nostra storia passata. Quello che chiediamo è di prendere in mano con responsabilità il futuro del comparto, da cui dipende non solo l’aspetto occupazionale, ma anche il benessere della Valchiampo. Vogliamo attenzione e la disponibilità a risolvere insieme i problemi. Alla politica in genere chiediamo di assumersi le responsabilità: questo comparto è il migliore d’Europa, che diano prova di essere capaci di gestirlo senza penalizzare le imprese». «Mi sono reso conto che la politica non diventa mai vecchia - aggiunge il vicepresidente di Unic Rino Mastrotto - spero che possano risolvere i problemi sul tavolo e aprirsi al confronto. Non c’è più tempo da perdere». «Sono nomine politiche, ne prendo atto - aggiunge Valter Peretti, già presidente della sezione concia di Confindustria - noi non siamo stati consultati. Li giudicheremo per quello che faranno. C’è un piano investimenti in itinere. Mi aspetto a breve un incontro della consulta col Cda». «Un Cda era auspicabile per una compartecipazione alle decisioni più allargata - spiega il cav. Giancarlo Dani, ad di Dani spa - Renzo Marcigaglia e Andrea Pellizzari conoscono tematiche e territorio. Speriamo in una collaborazione tra imprese e politica». «Non so quanto cambierà - conclude Alberto Caneva, ad e titolare della conceria Faedo - ci sono questioni importanti come il trattamento fanghi e il tubone che attendono soluzione definitiva. Noi di fatto non siamo mai stati chiamati a partecipare alla gestione della società».

NUOVO CDA. La scelta del nuovo Cda non è stata però unanime in assemblea. «Le scelte sono degli azionisti, ovvero dei comuni soci - dice il neoconsigliere delegato di Acque del Chiampo Andrea Pellizzari - comunque condivisa dal 90%. C’è un assetto forte, compatto nella Valle del Chiampo, anche Lonigo ha apprezzato la bontà della proposta. Ci sta che qualcuno non sia d’accordo. Abbiamo un programma chiaro, siamo una squadra ben assortita, scelta sulla base di competenze e specificità, e opereremo nella continuità. La decisione di affidarsi ad una governance allargata è stata condivisa e verificata dal punto di vista normativo. Gli industriali? Ripeto le scelte spettano agli azionisti, sindaci e quindi interpreti del territorio. Il confronto c’è nella consulta degli utenti, innovazione di Serafin, a cui ne va dato il merito. Tra le priorità c’è sicuramente l’impianto trattamento fanghi. L’avviso di manifestazione di interesse è stato predisposto e anche qui procediamo nella continuità. Insieme al confronto con Regione, Ulss e sindaci sulla questione Pfas». Il compenso dell’organo amministrativo sarà immutato: 57mila 716 euro lordi l’anno, prima dell’amministratore unico, ora da dividere tra i 5 del cda, a seconda di ruoli e deleghe. Approvato anche un adeguamento economico da normativa al collegio sindacale.

Luisa Nicoli

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