<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Ovest Vicentino

La scuola per tutti
“Angeli” in classe
Sostegno per 900

Sono vari gli attori che entrano in gioco per favorire l’inclusione a scuola dei minori con disabilità. ARCHIVIO
Sono vari gli attori che entrano in gioco per favorire l’inclusione a scuola dei minori con disabilità. ARCHIVIO
Sono vari gli attori che entrano in gioco per favorire l’inclusione a scuola dei minori con disabilità. ARCHIVIO
Sono vari gli attori che entrano in gioco per favorire l’inclusione a scuola dei minori con disabilità. ARCHIVIO

È un lavoro d’équipe, si muovono famiglie, scuole, Ulss, comuni. Se si inceppa qualcosa, a pagare sono innanzitutto i più piccoli. Si capisce, dunque, che la macchina deve funzionare. Stiamo parlando del sistema di integrazione scolastica e di assistenza specialistica dei minori con disabilità, ossia quella procedura che permette di affiancare ai minori che presentano specifiche patologie un insegnante di sostegno e, in particolari situazioni di gravità, anche un operatore socio sanitario. “Angeli custodi” che si prendono in carico il ragazzo e lo aiutano ad inserirsi a scuola, a stare con i coetanei, ad affinare tecniche e capacità, a lavorare il più possibile sull’autonomia, semplicemente a crescere.

Lo scorso anno nelle scuole dell’ex Ulss 5 Ovest vicentino, ora parte dell’Ulss 8 Berica, si contavano 896 minori con certificazione, pari al 3,1 per cento dei 28.451 alunni totali (in provincia l’incidenza è del 3%). Di questi il 35 per cento è di origine straniera, mentre 193 (il 21,5%) sono stati seguiti anche da un operatore socio sanitario-Oss, per un monte orario settimanale complessivo di 1.844, con una media di 9,5 ore per alunno. Nel 35,8% dei casi l’Oss è stato assegnato a bambini che frequentano le elementari, mentre per il 23,8% a studenti delle superiori. Tra asilo nido e materna si conta però il 17,6 per cento (pari a 34 bambini). «La forbice dell’assistenza si sta ampliando - spiega il dottor Venceslao Ambrosini, dell’U.o.c. Infanzia, adolescenza, famiglia - e questo è fondamentale per la presa in carico. Vent’anni fa questi interventi interessavano soprattutto la popolazione scolastica delle elementari e medie, ora la campana si è allargata. Dalle materne si arriva alle superiori, o oltre, e va riconosciuto l’impegno di certi istituti scolastici che accolgono i ragazzi con disabilità anche a 19 o 20 anni».

C’è poi l’altra faccia della medaglia, ossia la necessità di far fronte alle esigenze, che variano annualmente, con risorse contingentate. Lo si vede nel monte ore complessivo di assistenza specialistica scolastica erogato nel corso dell’anno. Il dato del 2015/2016 ha subito un contenimento del 14% rispetto al 2012/2013, quando per 189 alunni con Oss, il monte orario settimanale complessivo era di 2.141, pari a una media di 11,3 ore per alunno (dati che comprendevano il progetto Orientabili). Una variazione che ha seguito le indicazioni di Regione e Conferenza dei sindaci dell’ex Ulss 5 ed è il risultato “di un lavoro di verifica dei criteri di assegnazione dell’Oss, di una costante valutazione dei bisogni di ciascun alunno e una revisione delle risorse”, come si legge nel report dell’azienda sanitaria ex Ulss 5. «È stato portato avanti un percorso nell’ottica dell’oculatezza e dell’appropriatezza - conferma Ambrosini -. A tutti i minori certificati viene garantito l’Oss a settembre e se durante l’anno si verifica una modifica importante del quadro, è possibile attribuire qualche ora in più. L’assegnazione dell’Oss è “ad personam” e si arriva anche a un’assistenza di 15-18 ore».

Le diagnosi prevalenti riguardano in maggioranza il ritardo mentale lieve (214 casi), disturbi della comprensione del linguaggio (77), disturbo del linguaggio espressivo (69). Per quanto riguarda l’incidenza territoriale, il maggior numero di minori certificati si registra, nel Punto salute Nord, con il 40,1% di incidenza (Brogliano, Castelgomberto, Cornedo, Recoaro, Trissino, Valdagno), seguito dal Centro con il 37,7 per cento (Altissimo, Arzignano, Chiampo, Crespadoro, Montecchio Maggiore, Montorso, Nogarole, S.Pietro Mussolino, Zermeghedo) e il Sud con il 22,2% (Alonte, Brendola, Gambellara, Grancona, Lonigo, Montebello, Sarego). «Ma non c’è una causa-effetto tra territorio e numeri - conclude - il trend varia negli anni».

Alessia Zorzan

Suggerimenti