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La carica dei mille al gemellaggio tra cristiani e indù

Una processione della comunità indù al Villaggio Giardino.  ARCHIVIO
Una processione della comunità indù al Villaggio Giardino. ARCHIVIO
Una processione della comunità indù al Villaggio Giardino.  ARCHIVIO
Una processione della comunità indù al Villaggio Giardino. ARCHIVIO

Indù e cristiani insieme. Per una festa che superi i confini tra religioni. «Conoscere la fede dei nostri fratelli è sempre un arricchimento», precisa don Mariano Lovato arciprete del duomo di Arzignano. Così oggi, a partire dalle 15 nella chiesa di Villaggio Giardino si ritroveranno in centinaia per un momento di incontro, tra preghiere, danze e uno scambio anche gastronomico, promosso dall’Unità Pastorale Arzignano Centro e dal Centro diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. «Questa è la prima volta che si organizza un incontro tra due religioni, vorremmo diventasse un appuntamento fisso – continua don Mariano – ogni volta con i fedeli di un credo diverso da quello cristiano. Ci piacerebbe che il prossimo potesse realizzarsi con i musulmani. Delle altre religioni magari abbiamo visto colori e costumi ma non conosciamo le loro tradizioni. È un modo per abbattere le barriere, che sono generate dall’ignoranza. Conoscere invece aiuta a superare una naturale diffidenza che rischia di trasformarsi in qualcosa di più forte, come la paura». All’incontro, con don Mariano Lovato ci sarà mons. Giuseppe Dal Ferro, delegato vescovile per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. “Raccontiamoci le feste” è lo slogan scelto per la giornata. E oggi sarà così. Ovvero i cristiani racconteranno la festa del Natale, che celebra la nascita di Gesù, e la festività della Pasqua, ovvero la sua resurrezione avvenuta, come narrato dai Vangeli secondo le confessioni cristiane, nel terzo giorno dalla sua morte in croce. Agli indù invece spetterà il compito di raccontare e far conoscere ai fratelli cristiani la Diwali, ovvero la “Festa della Luce”, che dura cinque giorni durante i quali praticamente l’India si ferma, uffici e banche chiudono o riducono l’orario di lavoro e le case e i luoghi di lavoro vengono decorati con lampade a olio, luci elettriche e piccole ciotole d’acqua con candele e fiori decorativi. E poi il “Durga Puja”, festa induista: Durga è una forma di Devi, la Madre Divina, che si celebra solitamente ad ottobre per tre giorni, con decorazioni festose, scritture, recite e processioni. «Saremo in centinaia e i partecipanti arriveranno anche da fuori regione, da Savona e da Udine, dove hanno sede le più grandi comunità indù in Italia per partecipare a questo incontro - spiega Kumar Kuldeep, per tutti Tony, referente della comunità indù del Vicentino che ne conta quasi 8 mila -. Tra Arzignano e Chiampo siamo quasi in 400. È la prima volta che si organizza un incontro tra le nostre religioni e la proposta ci è piaciuta tantissimo. Per avvicinare le diverse fedi. Quella induista promuove il massimo rispetto per tutte le religioni e sarà una festa. Ci saranno preghiere e danze e i bambini saranno vestiti con i costumi tipici. E poi si concluderà con la condivisione a tavola, tra dolci indiani e altre specialità tipiche». L’evento sarà seguito anche dalla stampa indiana, che rilancerà la notizia via internet per farla arrivare in India. E il primo esempio di integrazione, voluto dall’Unità pastorale all’incontro, sarà la presenza degli studenti dell’indirizzo musicale delle scuole medie arzignanesi, dove cristiani e indù si ritrovano a suonare fianco a fianco, mentre ai bambini del catechismo di Villaggio Giardino spetterà il compito rappresentare il Natale con il presepe vivente. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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