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L’incognita finanziamenti
sull’accordo della Concia

C’è un piano di Acque Chiampo da 38 milioni per i futuro del distretto
C’è un piano di Acque Chiampo da 38 milioni per i futuro del distretto
C’è un piano di Acque Chiampo da 38 milioni per i futuro del distretto
C’è un piano di Acque Chiampo da 38 milioni per i futuro del distretto

La proposta di rinnovo dell’accordo di programma sulla Concia, scaduto a fine 2015, arrivato ad Arzignano qualche giorno fa dal Ministero dell’ambiente così non va. Mancano indicazioni precise sulle risorse economiche che il governo metterà a disposizione per fanghi e depurazione. Nonché modalità, strumenti e obiettivi da raggiungere dal distretto conciario nei prossimi anni.

Così, Acque del Chiampo, Medio Chiampo, Arica, Consiglio di Bacino, le consulte industriali dei due enti gestori e i rappresentanti della sezione concia di Confindustria, riuniti in Acque del Chiampo, hanno predisposto una lettera destinata a Ministero dell’ambiente e Regione. In cui si chiede la convocazione del Comitato di sorveglianza e un incontro urgente con il ministro Gian Luca Galletti. Precisato che per quanto riguarda i perfluori alchilici ci saranno uno o più accordi a parte, come emerso a Venezia qualche mese fa, sindaci, imprenditori e istituzioni ribadiscono come primo punto che i 23 milioni di euro residui dei precedenti accordi, 2005 e integrativo 2013, restano destinati alla Concia: 10 milioni di euro all’impianto trattamento fanghi e 13 milioni all’impiantistica dei due enti gestori. Ma spiegano: «Servono ulteriori finanziamenti per realizzare le opere necessarie. Interventi urgenti per assicurare la vita futura di un comparto conciario che contribuisce con 2,8 miliardi al Pil nazionale e occupa, senza contare l’indotto, 8500 lavoratori».

«Servono risorse per l’impianto trattamento fanghi e per la depurazione - spiega il presidente del Consiglio di Bacino Giorgio Gentilin -. Gli impianti hanno bisogno di essere rifatti nell’arco di 5 anni, altrimenti il depuratore, che è datato, non sarà in grado di reggere».

Si chiedono quindi, al governo, definizione delle risorse e un tavolo di confronto, partendo dal piano industriale che per Acque del Chiampo è già pronto: 38 milioni di euro di investimenti in 6 anni. «Serve anche uniformità nel territorio nazionale - conclude Gentilin – perché nei distretti ci sono parametri differenti in merito agli scarichi. E in Valchiampo sono i più restrittivi». Uniformità anche nell'assegnazione dei finanziamenti: l’accordo in Toscana prevede risorse per quasi 180 milioni di euro. Fermo restando l'impegno della Valchiampo a partecipare con lo stesso importo che Ministero e Regione metteranno a disposizione.

«Abbiamo un piano industriale da 38 milioni di euro, con opere cantierabili che hanno già passato la valutazione di impatto ambientale - spiega l’amministratore unico di Acque del Chiampo Alberto Serafin - auspico che il Consiglio di Bacino riesca ad avere un confronto su quali obiettivi, metodi e strumenti si vorranno utilizzare in futuro per contribuire ad uno sviluppo sostenibile delle nostre imprese».

Luisa Nicoli

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