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Il Sushi ora chiede i danni
«Vogliamo un milione»

Il condominio di via Sega che ospita il ristorante di sushi.  ARCHIVIO
Il condominio di via Sega che ospita il ristorante di sushi. ARCHIVIO
Il condominio di via Sega che ospita il ristorante di sushi.  ARCHIVIO
Il condominio di via Sega che ospita il ristorante di sushi. ARCHIVIO

Una richiesta di risarcimento danni da oltre un milione di euro. È quella che i legali del ristorante “I Sushi” presenteranno ai residenti del condominio “Omnia” di via Sega, dove si trova il locale, dopo che il tribunale di Vicenza ha accolto la richiesta di riesame e revocato il sequestro scattato una quindicina di giorni fa. Via i sigilli a fornelli e cappa del ristorante quindi, con la cucina che potrà riprendere regolarmente a funzionare.

«Abbiamo ottemperato alle due ordinanze emesse dal Comune per risolvere la questione emissioni acustiche e odorifere, realizzando i lavori richiesti – precisa l’avv. Marco Venturi dello studio legale d’impresa Venturi Brangian & Partners di San Bonifacio, che rappresenta sia il gerente del locale che la società proprietaria del marchio “I Sushi” - per i rumori, irregolarità rilevate dall’Arpav ma di poco fuori dai limiti, li abbiamo abbattuti fino a livelli di comfort. Anche se poi non ci è stato consentito procedere alle misurazioni sonore per dimostrarlo. Per quanto riguarda gli odori abbiamo messo a norma la canna fumaria, che del resto era stata consegnata così, secondo le normative vigenti. Ha provveduto a sue spese l’esercente del locale. E a dimostrazione di quanto realizzato, la nostra richiesta di riesame è stata accolta. Nonostante tutto i problemi con i condomini continuano. Per questo - conclude - stiamo predisponendo una richiesta di risarcimento di oltre un milione di euro, cumulativa per i danni subiti sia dal proprietario del marchio che dell’esercente Zhang Heifen, per il mancato guadagno dovuto all’im- possibilità di utilizzare fuochi e canne fumarie della cucina e per il danno di immagine di entrambi».

«Non capisco la richiesta di risarcimento nei confronti dei condomini, non sono loro ad avere emesso il provvedimento di sequestro per le cucine – ribatte l’avv. Gianluca Ghirigatto, che con il legale Cristiana Marchetto dello studio Vis Vicenza ha seguito i residenti del condominio Omnia –; tra l’altro le due ordinanze, sostenute dai pareri di Arpav e Ulss per i rumori e gli odori, sono state emesse dal Comune, obbligando il ristorante a svolgere alcuni interventi pena la chiusura del locale. Atti che sono stati trasmessi alla Procura, insieme ad altri, ed è il tribunale che ha chiesto un provvedimento cautelativo su disposizione del pubblico ministero. La richiesta di risarcimento danni quindi non ci preoccupa. Le famiglie del condominio Omnia hanno esercitato il loro diritto legittimo di denuncia di molestie. Per problemi, accertati da Ulss e Arpav, che prima dell’apertura del ristorante non c’erano. E’ l’autorità che ha deciso come procedere e se emettere un provvedimento cautelare. Gli esposti dei mei assistiti comunque sono stati presentati prima dell’esecuzione dei lavori. Sono stati fatti? Bene, ne prendiamo atto. Ma non spontaneamente. Significa che quando hanno aperto il ristorante non erano a norma. Per quanto riguarda le misurazioni sonore, è in corso un procedimento civile, una Ctu, consulenza tecnica d’ufficio ordinata dal tribunale di Vicenza. Per questo - conclude il legale dei condomini - non è stato consentito ai gestori di effettuare le misurazioni. E se parliamo di risarcimento ne avrebbero diritto i condomini, per tutto quello che hanno subito dall’apertura del ristorante».

Luisa Nicoli

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