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Arzignano

Il parroco di Costo
“presta” la chiesa
ai fedeli ghanesi

La messa della comunità ghanese in chiesa a Costo. COLORFOTO
La messa della comunità ghanese in chiesa a Costo. COLORFOTO
La messa della comunità ghanese in chiesa a Costo. COLORFOTO
La messa della comunità ghanese in chiesa a Costo. COLORFOTO

Il parroco “presta” la chiesa per la messa ghanese. Una celebrazione di musica e colori, canti e danze di ringraziamento. Con un coro di venticinque elementi e gli strumenti tradizionali, come il maracas che si affiancano a percussioni e tastiere.

Nella chiesa di Costo ad Arzignano, punto di riferimento della comunità ghanese locale e non solo, la messa viene celebrata ogni domenica alle 16. Qui arrivano da tutti i comuni limitrofi ma anche dalla provincia di Verona. Sono ghanesi di origine, ma cittadini italiani da tempo. Del resto ne sono passati quasi trenta da quando don Giuseppe Nicolin accolse i primi extracomunitari nella canonica della parrocchia di Costo. Da allora la comunità è cresciuta. E si è integrata sul territorio.

Nella diocesi vicentina oggi sono cinque le comunità ghanesi di riferimento, oltre ad Arzignano, Vicenza, Bassano, Schio e Valdagno, ma Costo è la prima che si è sviluppata. E negli ultimi anni ha ulteriormente rafforzato il suo legame con la parrocchia grazie alla presenza prima di don David, sacerdote ghanese scomparso prematuramente, e da oltre un anno di don Martin Obeng Gyan, 31 anni, originario di Techiman in Ghana, studente della facoltà di diritto canonico a Venezia, che celebra la messa della comunità a Costo ogni domenica. «In questi anni si è cercato di avvicinare italiani e ghanesi - spiega - e di creare celebrazioni comuni: alla vigilia di Natale, alla veglia pasquale. E altri in momenti durante l’anno. A giugno a Costo è venuto il cardinale ghanese Turkson».

Ma la messa ghanese com’è? La differenza è nella partecipazione della gente. Si celebra in uno dei dialetti della comunità e in inglese, con qualche rara apparizione dell’italiano. «Durante la celebrazione si canta, si balla. Si ringrazia Dio per la vita e all’offertorio tutti vanno verso l’altare per offrire qualcosa al Signore» spiega don Martin. E poi ci sono i colori degli abiti tradizionali, le voci da gospel del coro “Sweet Jesus Choir” diretto da Joseph Morkly, il battito delle mani, il ritmo scandito da adulti e bambini che si muovono in una danza gioiosa.

«Del resto eucarestia vuol dire rendere grazie. E la messa si celebra nel tipico stile della cultura africana, che esprime e vive in pieno la sua gioia cristiana» precisa don Pietro Savio, trasferito a Tezze sul Brenta e Stroppari dopo 10 anni a Costo e che ha salutato la comunità celebrando con don Martin l’ultima messa ghanese. «Ad Arzignano ora siamo circa 120, ma eravamo quasi 200 qualche anno fa - spiega Joseph Amon Akoun, presidente della comunità ghanese e vicepresidente delle comunità della diocesi, 53 anni e ad Arzignano dal 1983 -. Purtroppo molti si sono trasferiti in Inghilterra o in altri Paesi europei perché adesso c’è meno lavoro. Quando sono arrivato qui era difficile trovare casa e impiego. Don Giuseppe Nicolin ospitava in canonica i primi ghanesi». È così che dall’87 Costo è diventata punto di riferimento e di fede. È come se le parrocchie dell’unità pastorale fossero cinque: Costo, Pugnello, Restena, Tezze e la comunità ghanese.

Luisa Nicoli

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