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Il fisioterapista
arriva a domicilio
per 350 pazienti

Forte sostegno della Fondazione Peretti all’Ulss 5.  ARCHIVIO
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Forte sostegno della Fondazione Peretti all’Ulss 5. ARCHIVIO

Era iniziato qualche anno fa come progetto sperimentale, ma ormai l’attività fisioterapica a domicilio finanziata dalla Fondazione Peretti è diventata un punto fermo a sostegno dei pazienti dell’Ulss 5. Come confermano i numeri. Fino a gennaio 2016 sono stati 318 i malati presi in carico per 2451 interventi. E nei primi sei mesi dell’anno, da gennaio a giugno, i numeri sono ulteriormente cresciuti, con altri 38 nuovi pazienti per un totale di 425 prestazioni. Grazie ai 20mila euro che ogni anno la Fondazione mette a disposizione dell’Ulss 5.

«Con la volontà di incrementare le risorse, spingendo di più sulla riabilitazione come cura palliativa, per cercare di migliorare la qualità della vita del paziente» precisa la vicepresidente della Fondazione Lorella Peretti. La fisioterapia a domicilio infatti affronta diversi interventi, per il 45% neurologici, per il 45% di tipo ortopedico e per il 10% come cura palliativa.

«Le necessità aumentano di anno in anno e il meccanismo di collaborazione si sta sempre più oliando - spiega il dott. Stefano Mazzon, primario di riabilitazione dell’Ulss 5 –. È veramente lodevole l’impegno della Fondazione Peretti, che ci consente di dare un aiuto concreto ad una popolazione selezionata che ne ha effettivamente bisogno, grazie al lavoro in sinergia, e non a pioggia senza in realtà aiutare veramente nessuno. Il paziente infatti viene sottoposto a visita fisiatrica prima di valutare il trattamento a domicilio. Se è un problema di riabilitazione è prevista una decina di sedute o anche più. Dipende dal paziente: si parla di fratture, post ictus, difficoltà di deambulazione dovute a decadimento cognitivo. Oppure possono essere pochi accessi dal terapista solo per insegnare al paziente a utilizzare un ausilio, il deambulatore per esempio, o per una valutazione sulle barriere architettoniche e sulla gestione da parte dei familiari di un disabile. Le scelte avvengono in base al quadro clinico del paziente. In minima parte invece si tratta di cure palliative come per i malati di Sla».

L’impegno della Fondazione Peretti, che finanzia diversi progetti di prevenzione e cura, quest’anno è raddoppiato, da 5mila a 10mila euro, anche all’Andos per i tutori delle donne operate al seno. «Ogni anno riusciamo ad acquistarne quasi una cinquantina – spiega Piera Pozza, presidente Andos Ovest Vicentino – perché la Fondazione aggiunge ulteriori somme se necessario. I tutori costano, sono fatti su misura e hanno delle caratteristiche particolari, per la funzionalità. Si arriva anche a oltre 200 euro. Fondamentale quindi il loro aiuto. Un impegno allargato nell’ottica della futura unica Ulss Arzignano-Vicenza».

«I tutori sono uno dei primi progetti finanziati, insieme alla fisioterapia – conclude Lorella Peretti – e alle attività di sostegno all’unità oncologica. Ogni anno abbiamo cercato di incrementare le risorse e vorremmo continuare a farlo. Siamo pronti ad investire di più, su Sla e oncologia per le cure palliative».

Luisa Nicoli

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