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Gli scarti delle concerie
diventano ecoprodotti

Il progetto della Concia è stato presentato a Villa Da Porto. A. MAS.Capitani d’industria della concia e autorità presenti all’incontro
Il progetto della Concia è stato presentato a Villa Da Porto. A. MAS.Capitani d’industria della concia e autorità presenti all’incontro
Il progetto della Concia è stato presentato a Villa Da Porto. A. MAS.Capitani d’industria della concia e autorità presenti all’incontro
Il progetto della Concia è stato presentato a Villa Da Porto. A. MAS.Capitani d’industria della concia e autorità presenti all’incontro

Acqua ossigenata al posto dei solfuri per lavorare pelli più pulite. Recupero del pelo bovino da impiegare per la cura dei capelli e della cute. Gli scarti della concia per produrre fertilizzanti. Innovazioni, tecnologie e nuovi processi che se applicati in modo estensivo possono comportare forti cambiamenti sul territorio, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale del processo conciario.

Sono solo alcuni dei risultati del progetto triennale “Greenleather2017” parzialmente finanziato dalla UE, presentati nei giorni scorsi a Villa da Porto di Montorso da cinque aziende sponsor del distretto vicentino della pelle. Le linee di ricerca portate avanti, hanno riguardato vari aspetti fortemente impattanti del processo conciario: l’uso della risorsa idrica, una chimica talvolta a forte impatto, e una complessa gestione dei rifiuti.

«La ricerca è essenziale - ha esordito Giancarlo Dani - per una concia sempre più sostenibile. È questa la strada per migliorarsi e poter così restare sul mercato. Questo progetto ha riunito allo stesso tavolo più competenze che hanno lavorato assieme con gli stessi obiettivi. L’augurio è che anche altre aziende si uniscano». «Un’esperienza importantissima per il futuro. La prima depurazione – ha sottolineato Santo Mastrotto - viene fatta in conceria con prodotti chimici a basso impatto ambientale. Nel 2040 si stima che la terra sarà abitata da 10 miliardi di persone: l’acqua sarà sempre più un bene prezioso».

Le dichiarazioni di due capitani d’industria di altrettanti colossi della pelle riassumono efficacemente il lusinghiero bilancio di circa tre anni di sperimentazioni del progetto nato «con l’obiettivo - ha ricordato Guido Zilli della Dani, che ha moderato i lavori - di migliorare la sostenibilità ambientale del processo conciario».

GreenLife è partito con la finalità di ridurre, nelle fasi di lavorazione, il 20% il consumo di acqua, di prodotti chimici e di rifiuti solidi. E di diminuire l’impiego del solfuro nella fase di depilazione delle pelli, di recuperare e valorizzare il 15% dei sottoprodotti del ciclo conciario, di creare un “hub tecnologico” per condividere idee e tecnologie. A conclusione dell’esperienza, che ha visto un investimento di 2,3 milioni di euro per circa metà finanziati dalla Commissione Europea, si può dire che gli obiettivi sono stati centrati. Protagoniste cinque aziende: le concerie Dani e Gruppo Mastrotto, l’azienda di prodotti chimici Ikem, Acque del Chiampo e Ilsa, azienda delle biotecnologie specializzata in nutrizione dei vegetali.

Dani ha sperimentato fino alla scala industriale, primo al mondo, un calcinaio ossidativo ovvero impiego di acqua ossigenata al posto di solfuri. «Risultato - come spiegato da Roberto Mecenero - soni pelli più pulite, abbattimento degli odori». Il Gruppo Mastrotto ha focalizzato la propria attenzione sul recupero del pelo bovino da impiegare nella realizzazione di materiali assorbenti, cura dei capelli e della cute, nurizionali, gel cicatrizzanti.

Ikem ha sviluppato un prodotto conciante innovativo metal-free, la polialdeide, per una concia da fonti rinnovabili, sprimentando fino alla scala semi-industriale. Ilsa ha utilizzato gli scarti per produrre e testare, con risultati positivi, fertilizzanti e biostimolanti. Acque del Chiampo ha valutato l’impatto ambientale del processo di depurazione a seguito dell’adozione di nuovi metodi di lavorazione,. «Questo progetto ha rinvigorito il dialogo costruttivo – ha dichiarato l’amministratore unico di Acque del Chiampo, Alberto Serafin - tra produzione e depurazione». «Ha aperto nuove prospettive per viaggiare verso il futuro» ha sottolineato Paolo Gurisatti, presidente del distretto conciario e della Stazione sperimentale Industria delle pelli di Napoli. «Venticinque anni fa nascevano i progetti LIFE con cui la Comunità Europea ha voluto sostenere l’innovazione e l’ambiente. Questa è l’Europa che più ci piace. Un’Europa che può essere un’opportunità concreta per il territorio e per l’economia, ricercando una produzione sostenibile del settore conciario».

Giorgio Zordan

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