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Giovanni, ecco la luce con i tuoi occhi

Gli amici e i compagni in cerchio all’arrivo di Giovanni Massignani alla chiesa di San Giovanni BattistaL’ingresso del feretro nella chiesa.  FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Gli amici e i compagni in cerchio all’arrivo di Giovanni Massignani alla chiesa di San Giovanni BattistaL’ingresso del feretro nella chiesa. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Gli amici e i compagni in cerchio all’arrivo di Giovanni Massignani alla chiesa di San Giovanni BattistaL’ingresso del feretro nella chiesa.  FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Gli amici e i compagni in cerchio all’arrivo di Giovanni Massignani alla chiesa di San Giovanni BattistaL’ingresso del feretro nella chiesa. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN

Luisa Nicoli La chiesa di San Giovanni Battista a Villaggio Giardino ha faticato ieri a contenere familiari, parenti, amici che hanno voluto portare l’ultimo saluto a Giovanni Massignani, il 17enne arzignanese, avrebbe compiuto 18 anni il 18 febbraio, che ha perso la vita martedì scorso nell’incidente accaduto in via dei Mille sulla Provinciale, quando alla guida del suo scooter è finito sotto una Seat Ibiza che viaggiava sulla corsia opposta. Un ultimo abbraccio al giovane e alla sua famiglia, a papà Mirco Massignani, ingegnere, allenatore e responsabile del settore maschile del Volley Castello Arzignano, a mamma Tiziana, infermiera in ospedale, al fratello Michele e alla sorella gemella di Giovanni. Tantissimi i giovani: i compagni della 4°A del Galilei, gli amici della pallavolo. Accanto alla bara le corone di fiori bianchi e gialli. E i gagliardetti dell’Aido di Arzignano, di S. Zeno e di S. Bortolo perché i genitori, in un grande atto d’amore, hanno voluto donare gli organi di Giovanni, per far vedere a chi non poteva più farlo. A celebrare le esequie, con i sacerdoti dell’Unità Pastorale “Arzignano Centro” anche don Roberto Carmelo, che aveva lasciato la parrocchia di Villaggio Giardino oltre un anno fa, per essere vicino alla famiglia Massignani. «Vogliamo la speranza per tutti questi giovani» ha detto il sacerdote, chiedendo ai presenti di scambiarsi un segno di accoglienza e perdono, tra abbracci e strette di mano, con i volti segnati dalle lacrime. «La tentazione è di ascoltare il profondo silenzio che ci accomuna – ha continuato don Roberto – ma questa è una liturgia di resurrezione. Dobbiamo far tacere i nostri perché per ascoltare la parola di Gesù che ci riporta la speranza. Bisogna riuscire a portare la mente nel cuore. Siamo tutti disorientati ma siamo qui per riconciliarci con la vita, per ricominciare. Chi meglio della Madonna, che ha perso un figlio, e di Gesù possono farci ritrovare la speranza? La vita continua. E dobbiamo ringraziare per i 18 anni in cui Giovanni è stato un dono per tutti noi». Alla fine delle esequie tutti hanno atteso di salutare Giovanni sul sagrato della chiesa: un lungo applauso e tanti palloncini colorati lanciati verso il cielo hanno accompagnato “quel fiore che ora è spuntato nel giardino del Signore”. Il ricordo resta anche nelle parole dei docenti e del dirigente del Galilei “Giovanni, fiore delicato dell’inverno” e dei compagni della 4° A, alla veglia di preghiera. “Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato così all’improvviso e che saremmo stati qui a ricordare insieme la bella persona che sei, il tuo coraggio e la tua determinazione, il tuo entusiasmo, la tua grinta e la tua allegria. Nessuno avrebbe mai pensato che saresti diventato un angelo prima di tutti noi. Ti abbiamo conosciuto come un grande amico. Un po’ siamo gelosi: chissà dove sarai e chissà chi potrà gioire insieme a te. Siamo gelosi perché noi potremo solo guardarti in foto, non potremo più abbracciarti e quello che resta è racchiuso nei nostri ricordi. Caro Gio, mancherai a tutti ma siamo sicuri che sarai sempre con noi». Studenti della 4° A che ieri mattina, al rientro in classe dopo la tragedia, sono stati seguiti dai docenti in una giornata particolare prima di essere tutti insieme nella chiesa di Villaggio Giardino. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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